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L'opinione
30 Novembre 2024 - 12:06
Lo stop del Governo al Superbonus non ha soltanto posto fine a una misura che stava devastando i conti dello Stato. È stato anche un atto di giustizia. I numeri diffusi da Federcasa, federazione che raggruppa 84 enti e circa 770 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica, avvalorano quanto affermato lapidariamente con grande efficacia da Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze: “Non si è mai vista una misura che costasse così tanto a beneficio di così pochi”.
È proprio così, alla luce dei riscontri di Federcasa. Dei 160 miliardi spesi a metà dello scorso anno per il Superbonus, soltanto 3,4, vale a dire il 2,1%, sono stati indirizzati alla ristrutturazione di case popolari. L’edilizia residenziale pubblica consiste in circa 900 mila alloggi. Ipotizzando 25 alloggi per edificio, procedere alla ristrutturazione del parco immobiliare sarebbe costato circa 88 miliardi, ossia poco più della metà di quanto si è sborsato con il Superbonus.
In altre parole, non solo si sono spesi tanti soldi, ma si è persa una clamorosa occasione per fare un’operazione che, pur dispendiosa, si sarebbe caratterizzata quanto meno come un esempio di giustizia sociale. Non solo. Come evidenzia Federcasa, destinare una cifra contenuta al recupero di alloggi popolari sfitti, perché inagibili o fatiscenti, avrebbe consentito di dare una casa a circa 180 mila famiglie. Federcasa sostiene che sarebbe stata sufficiente una cifra intorno agli 11 miliardi.
Non siamo degli esperti, anche se la stima proposta di una spesa di 15-20 mila euro per appartamento sfitto ci appare troppo ottimistica. Magari, invece di spendere 11, se ne potevano impiegare 20 o poco più. Resta il fatto che nemmeno questo si è fatto!
Eppure, secondo i promotori della misura, nata col Governo Conte nel maggio del 2020, l’obiettivo era stato quello di venire incontro proprio alle persone meno agiate, permettere agli incapienti di ristrutturare le loro abitazioni senza pagare un euro, e altri argomenti similari. Il risultato, al contrario, è stato in tantissimi casi consentire ai proprietari di villette unifamiliari di ristrutturarsi la casa gratis. Al di là delle enunciazioni, contano i fatti.
Non vi sono stati vincoli di reddito o di patrimonio per i benefici assicurati. Alla fine, come purtroppo spesso accade, si è dato ai ‘ricchi’ per togliere ai ‘poveri’. Si può criticare il Governo su altre questioni. Di certo, non per avere messo il punto a una vicenda grottesca, della quale, alla luce degli esiti prodotti, si sarebbe volentieri fatto a meno.
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