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L'opinione

Il neo ministro Foti viene dalla gavetta

L'ex parlamentare Amedeo Laboccetta e il nuovo esponente del Governo Meloni

Il neo ministro Foti viene dalla gavetta

Conosco molto bene Tommaso Foti. Da quando, giovanissimo, scelse di militare a destra in una terra, l’Emilia Romagna, certamente non facile. Erano gli anni formidabili ed irripetibili del Msi. E fu proprio allora che alcuni giovani di quel movimento ebbero la fortuna, il privilegio e l'opportunità di formarsi e crescere politicamente grazie a una rivista fondata da Pino Romualdi: “L'Italiano”, di cui conservo gelosamente la collezione. Politica e cultura costituivano, in quel periodo, un binomio inscindibile. E la destra non faceva eccezione. Grazie anche a Romualdi, che trasformò “L’Italiano” in una palestra a disposizione dei militanti, specie - appunto - i più promettenti. Foti era tra questi. Già dai primi tempi, infatti, si mise in mostra con i suoi interventi e le sue analisi. Di quella squadra di sognatori e visionari cresciuta attorno a Romualdi mi vengono in mente alcuni nomi (scusandomi in anticipo per quelli che non citerò), molti dei quali assurti a pietre miliari della destra italiana: Franco Petronio, che molti farebbero bene a riscoprire e a ricordare, Guido Lo Porto, Tomaso Staiti, Alfredo Mantica, Antonio Mazzone, Carlo Casalena , la mitica De Paoli, Benito Paolone e Pippo Tricoli legatissimo a Paolo Borsellino. Ricordo le battaglie nei serrati dibattiti del Comitato centrale e, ancor di più, negli scontri congressuali. Il confronto era il sale della politica, e il dissenso aveva spazio e dignità. La nostra era una componente minoritaria ma spiccava per qualità di analisi. Intransigenti nelle idee, ma senza spocchia né saccenteria. Sempre disponibile al confronto e al dialogo con chi la pensava diversamente. Abbiamo sempre praticato la civiltà del dialogo. Così, del resto, ci aveva insegnato Romualdi. Per tanti di noi fu una magica e formidabile palestra politica. Ecco perché oggi il mio cuore si riempie di gioia nel vedere Tommaso Foti giurare come ministro della Repubblica dopo aver guidato il gruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio. Giorgia Meloni ha scelto bene e il neoministro Foti si rivelerà degno della fiducia accordatagli. Ne sono più che certo anche perché egli non è stato estratto dal cilindro di un prestigiatore ma ha una storia alle spalle che non tutti possono vantare. Viene dalla gavetta, quella vera. Caro Foti, oggi c'è folla attorno a te. Io, invece, ho deciso di optare per un abbraccio a distanza, con incorporato un calorosissimo in bocca al lupo. Raccogli un’eredità impegnativa. Fitto è stato bravo. Adesso tocca a te, militante della destra profonda, completare l'opera. Sono già pronto a scommettere che non deluderai. 

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