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Lettera al direttore
05 Dicembre 2024 - 09:21
Beppe Grillo
Gentile Direttore, non mancano certamente occasioni o episodi su cui argomentare anche questa settimana, sia a livello locale, sia nazionale, sia internazionale. C’è solo l’imbarazzo della scelta, come si usa dire, ma voglio soffermarmi su quelli più singolari e più “digeribili” ai lettori, stanchi e giustamente preoccupati delle continue notizie e venti di guerra che sono in Paesi a noi molto vicini territorialmente; ci voleva solo la rivolta in Siria, infatti, per fare “bingo” in uno scenario Medio Orientale complesso, già con la guerra in Libano, nella Striscia di Gaza e nella martoriata Ucraina.
Mi soffermo, pertanto, ad episodi più ”terra-terra” per la loro importanza, ma ugualmente attenzionabili per la loro dinamicità. Mi riferisco all’ultima “trovata” del comico Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, che tanto infiammò gran parte del popolo italiano, trascinandolo in un successo elettorale che raggiunse un terzo dei votanti, con l’elezione anche di sindaci di città metropolitane, come la capitale d’Italia, o l’industriosa Torino.
Ebbene, martedì il comico si è presentato con un carro funebre alla visione ed interviste varie dei mass-media per rappresentare la “morte “ del suo Movimento creato nemmeno due lustri fa. Francamente, la scelta di usare un carro funebre, che sicuramente non era uscito nuovo dalla fabbrica, guidato da Grillo per testimoniare la morte di un “qualcosa” e non di un “qualcuno”, mi è sembrata un’iniziativa di pessimo gusto.
Pensare, infatti, che magari qualche ora prima la vettura era stata usata per un defunto vero, con il seguito di parenti ed amici affranti che seguono un vero feretro, mi ha fatto accapponare la pelle. Grillo, come artista comico di talento è stato un grande comunicatore ed anche “provocatore”; in politica cominciò con il famoso “vaffa“, che fu un motto quasi sacrale, come quella della scatoletta di tonno da aprire, una volta al Parlamento nel tempio della politica marcia, secondo lui e i suoi seguaci, scacciando i “mercanti dal tempio”.
La storia degli ultimi anni, e soprattutto dei Governi a guida grillina, del Conte 1 e Conte 2 , con Ministeri-chiave, come la Giustizia, Esteri, Lavori Pubblici, Pubblica Istruzione, ha fatto capire alla maggioranza dei votanti 5 Stelle, che il “tonno” della scatoletta in fin dei conti era buono, e che era meglio non buttarlo o “rivoltarlo”, ma tenerlo in buon conto, perché, come diceva un “grande” della politica, Andreotti, il “potere logora solo chi non ce l’ha”.
E così siamo alla più recente storia del Movimento che già si era di fatto estinto nelle ultime elezioni europee e ancor di più in quelle regionali della Sardegna, Umbria, EmiliaRomagna, dichiarato morto dallo stesso fondatore, affacciato al finestrino di… un carro da morto.
L’ex “avvocato del Popolo”, ed ex Presidente del Consiglio Conte, “bifronte”, per un’alleanza con la Destra prima, poi, con la Sinistra, si sta attrezzando per dare un nuovo nome all’ex Movimento (in questa “transumanza” siamo pieni di “ex“), forte del fatto che nelle Assemblee Elettive (Camera, Senato, Parlamento Europeo, Regioni, Comuni) ci sono rappresentanti indicati da lui al momento della presentazione delle liste, essendo il segretario del partito che dà le deleghe per depositare le liste nelle competenti Corti d’Appello dei tribunali. Una riflessione a tal proposito mi viene di farla: avete notato quanta passione e frenesia mettano i parlamentari ex pentastellati nelle loro elucubrazioni di risposta alle interviste concesse?
Sembra che ci sia una “rincorsa” a chi la “spari” di più (metaforicamente, s’intende), per assicurarsi un “benedicet” successivo del “demiurgo” Conte, che indicherà chi sono i degni interpreti della sua nuova dottrina politica. Il problema per loro sarà in un prossimo futuro, quando si andrà a nuove elezioni: il tanto agognato “cambiamento” sarà molto visibile prima ancora che si formi un nuovo Governo (continuazione dell’attuale o nuovo di sinistra, non si sa).
E sarà in Parlamento, quando la pattuglia degli ex grillini si vedrà ridotta ad una manciata di rappresentanti, a contendersi gli spazi nelle stanze e scranni di Montecitorio e Palazzo Madama, con i Verdi e Sinistra o il Gruppo Misto. Passo al secondo punto di osservazione, che pure mi ha colpito, rimanendo sempre nella premessa che voglio argomentare questa settimana su accadimenti non internazionali. Mi riferisco alla vicenda della mancata certificazione della tessera di iscrizione al Pd del Presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero.
Conosco da circa 4 anni la persona, per frequentazioni naturali connesse alla mia carica di vicepresidente dell’Arec (Associazione ex consiglieri regionali) e ne posso testimoniare la competenza e la disponibilità per risolvere i problemi della complessa “macchina del Consiglio regionale”.
La Commissaria del Partito democratico a Caserta, Susanna Camusso, ex “capo” del nuovo “capo” della Cgil, Maurizio Landini, che evoca con eccessiva passione dialettica la “rivolta sociale” in un Paese dove, secondo lui, non funziona niente“ (qualcuno dovrà pur ricordargli che fino a due anni fa governava la Sinistra), ha decretato di respingere la richiesta del rinnovo del tesseramento del Presidente del Parlamentino campano, assieme ad altri amministratori locali.
Mi sembra una decisione di vero “harakiri”, come praticavano i giapponesi. Non mi interessa la motivazione delle famose “tessere gonfiate”, ma mi sembra che questa decisione abbia dato un clamoroso “assist” al presidente De Luca, da tempo pragmaticamente sceso in campagna elettorale, fosse pure senza il simbolo del Pd.
Che, se, poi, come sembra, lo stesso Pd con i suoi fedeli alleati dovesse scegliere l’ex Presidente della Camera Roberto Fico, allora assisteremmo a quello che successe nella prima sindacatura dell’ex sindaco De Magistris: andarono al ballottaggio il Centrodestra e la Sinistra-Sinistra di de Magistris, con la candidata del Pd e suoi alleati giunti terzi. Per le elezioni regionali non è previsto il ballottaggio, ma scommetterei su tutto, con queste premesse date, che la lotta per lo scranno di Santa Lucia sarebbe tra De Luca e il candidato del Centrodestra.
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