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L’INTERVENTO

Una rinnovata sensibilità, ma le resistenze persistono

Una rinnovata sensibilità, ma le resistenze persistono

Si è chiusa da poco l’ultima decade del mese di novembre zeppa di eventi di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Girando per scuole, associazioni ed Istituzioni ho riscontrato una rinnovata sensibilità in giovani, giovanissimi ed adulti per la problematica. Allo stesso tempo costatare, però, in una minoranza di maschi di varie età, una decisa resistenza non solo ad ammettere l’esistenza del problema quanto a manifestare una certa contrarietà a eventi finalizzati a contrastarla. Mai che sia stato espressa chiaramente tale contrarietà ma alcuni episodi, sono chiari sintomi di una certa opposizione al clamore che il 25 novembre riesce, finalmente, diffusamente a suscitare. Solo a titolo esemplificativo racconto di quando si erano appena chiusi i lavori di un riuscitissimo appuntamento la cui platea, differentemente dal solito, era in massima parte costituita da adulti maschi. Nel salutarci tra noi relatori, un mio collega mi confessa che, durante i convenevoli seguiti al programma formale, un suo conoscente, tra il serio ed il faceto, lo aveva “rimproverato” di essersi alleato alle donne e non “aver difeso la categoria”. In altri termini, con quell’ironia tipica di chi vuole restare sulle proprie posizioni senza, però, manifestarsi apertamente, questa persona aveva invocato una certa solidarietà tra appartenenti ad una “categoria”, quella dei maschi maschilisti. Mi si dirà che era innocente ironia? Ma l’ironia, come si sa, ha come finalità quella di suscitare una sana risata in chi l’ascolta; questo atteggiamento, invece, è puro mascheramento che si vuole far passare per ironia. Anche quando si fanno battute su alcune caratteristiche fisiche ci si giustifica riferendosi impropriamente all’ironia ma resta il fatto che è, se non un’offesa, oggettivamente una mancanza di rispetto. Quante donne vengono chiamate “tettona” o, al contrario, “tabula rasa” ed è ironia? Certo che no! Una larga parte di persone volendosi mascherare, in realtà smaschera il proprio essere più profondo. C’è stato anche il caso dello scoprimento di una panchina rossa che stava per non essere autorizzato perché il rosso è il colore che richiama una certa parte politica. La panchina, allora, ha dovuto essere in parte ridipinta con i colori della bandiera italiana e solo così ha avuto il lasciapassare. Ci sono panchine rosse, color sangue, in ogni dove e mai è stato azzardato questo “fantomatico” accostamento. Chiari sintomi di chi non vuole lasciare il passo a nuove realtà.

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