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L’Archivio Parisio e l’obbligo della memoria

L’alfabeto segreto delle immagini si deposita, ormai, negli archivi

L’Archivio Parisio e l’obbligo della memoria

L’alfabeto segreto delle immagini si deposita, ormai, negli archivi. Un mondo di solitudini e di voci che parla al nostro passato, al nostro vissuto e testimonia i brani smarriti della nostra memoria. Il magistero fotografico di Giulio Parisio, pioniere del giornalismo di cronaca, è ora all’asta. 

Decine di migliaia di lastre di bromuro d’argento e negativi, una serie infinita di scatti storici che vanno dal 1920 al 1994, Napoli in controluce in un secolo di forti cambiamenti e di straordinari accadimenti sociali. Il tempo concesso dalla gara pubblica è limitatissimo.

Si partirà il 30 dicembre e chi vorrà partecipare dovrà avanzare la sua offerta entro il 9 gennaio. Base d’asta 78mila euro, un prezzo di svendita per il reale valore dell’Archivio,già dichiarato di notevole interesse storico con specifico Decreto della Soprintendenza Archivistica per la Campania nel 1998.

Un patrimonio immenso che si muove tra la fotografia di paesaggio e la sperimentazione futurista, dal ritratto d’arte alla pubblicità, dal dettato architettonico alla foto industriale fino alla storia del nostro Novecento. Pensate, tra i tanti impegni e riconoscimenti internazionali, Giulio Parisio è l’ uomo che studia il progetto e la realizzazione del percorso e dell’ arco di trionfo legati alla visita di Hitler a Napoli nel 1938.

Immagini che, al di là di ogni considerazione, segneranno un’epoca. C’è da sperare, così come sollecitato da larghi strati dell’ opinione pubblica partenopea, che il Comune o una qualsiasi altra istituzione locale si faccia avanti per definire questo acquisto. Un atto, per molti versi, doveroso per la memoria e la storia di questa città. Ma non ci sono ancora notizie ufficiali.

Il problema, per ora, è allo studio mentre sicuramente, a livello nazionale, si muovono, nel frattempo, diversi appetiti. Noi, da questa rubrica che cita spesso la memoria come architrave fondamentale della storia di un popolo, ci permettiamo di rilevare che il problema non sarà solo acquisire il bene ma renderlo realmente fruibile a chiunque ne faccia richiesta, incentivandolo attraverso mostre, repliche, pubblicazioni che ne amplino la conoscenza ed il progetto.

Evitando che questa preziose immagini ammuffiscano in qualche polveroso deposito temporaneo. È ora, insomma, che Napoli si guardi indietro, conservi le impronte del suo passato e le tramandi a chi verrà. Senza spendere solo centinaia di migliaia di euro per la Venere degli straccio, magari, per qualche opera di dubbio gusto legata all’ arte contemporanea.

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