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L'opinione
11 Dicembre 2024 - 09:01
L’8 dicembre 2024, i lavoratori della Trasnova, la società in subappalto presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco, hanno organizzato un presidio per protestare contro la mancata conferma della loro commessa, che scadrà il 31 dicembre. La decisione di non rinnovare il contratto mettea rischio il posto di lavoro di circa 400 dipendenti, di cui 97 operano proprio a Pomigliano d'Arco.
Questa situazione ha generato grande preoccupazione sia tra i sindacati, come Fiom e Fismic, sia tra i rappresentanti politici locali, tra lavoratori in presidio a Pomigliano d’Arco: riflessi economici e dinamiche di sistema. Il presidio organizzato dai lavoratori di Trasnova presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco riflette una crisi più ampia legata al modello di subappalto nel settore automotive.
La decisione di non rinnovare la commessa, in scadenza il 31 dicembre, mette a rischio circa 400 posti di lavoro. Questo accade in un contesto in cui l'intero settore sta affrontando sfide strutturali: dalla transizione verso l'elettrico alla pressione per ridurre i costi e aumentare la produttività. Le dinamiche economiche dietro questa vicenda includono: Esternalizzazione e riduzione dei costi.
Stellantis, come molte aziende del settore, ricorre a subappalti per delegare attività non core. Tuttavia, questo modello aumenta la precarietà per le imprese appaltatrici, particolarmente vulnerabili a tagli e riorganizzazioni. Ristrutturazioni globali. Le grandi case automobilistiche stanno razionalizzando le filiere produttive per affrontare la competizione internazionale e le normative ambientali sempre più stringenti, con impatti significativi sulle imprese locali.
Tensione nella filiera. La perdita di commesse crea una catena di effetti negativi sulle economie locali, specialmente in aree fortemente dipendenti da un unico settore. La vicinanza al termine del contratto senza soluzioni alternative ha innescato preoccupazioni tra i lavoratori e sollecitato interventi a sostegno della loro causa. È chiaro che una strategia industriale più solida e integrata, capace di salvaguardare l’occupazione senza sacrificare la competitività, è essenziale per affrontare queste criticità.
Una riflessione collettiva su nuovi modelli produttivi e sul ruolo del territorio nella transizione del settore automotive è quanto mai necessaria per evitare che simili episodi si ripetano. Quali soluzioni sostenibili possiamo immaginare per salvaguardare il lavoro in un settore in trasformazione?
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