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L'intervento
14 Dicembre 2024 - 08:27
L’aggressione al coraggioso deputato Francesco Emilio Borrelli, che sta portando avanti una lotta serrata contro l’illegalità nel settore della sosta dei veicoli, e non solo, è l’ennesima testimonianza di quanto andiamo denunciando da tempo. Questo fenomeno ha radici antiche, si è consolidato negli anni sotto lo sguardo remissivo, se non addirittura compiacente, di Amministrazioni comunali inerti e incapaci, sino ad assumere, oggi, il carattere di una piaga sociale che avvelena la vita quotidiana di noi cittadini arricchendo, nel contempo, le casse della criminalità. I tempi della figura “romantica” del disoccupato che chiedeva una somma a piacere, in cambio della sorveglianza dell’auto in sosta, appartengono ormai alla “preistoria”. Lo capimmo già nel 1992 quando, di fronte al dilagare di questo fenomeno che rendeva sempre più invivibile la nostra città, due intraprendenti sostituti procuratori, Francesco Menditto e Vincenzo Piscitelli, ricorsero ad una rivoluzionaria iniziativa: il sequestro giudiziario di piazze e strade “occupate” dagli abusivi. Per rendere possibile questa operazione fu necessario procedere ad una mappatura del territorio per quantificare ed individuare il fenomeno che fu affidata dalla Procura della Repubblica al sottoscritto nominandolo consulented’ufficio. E così, per i luoghi interessati dal parcheggio selvaggio, vennero emesse vere e proprie ordinanze, con l’affissione di appositi cartelli recanti la scritta: “area sotto sequestro su ordine della Procura circondariale di Napoli”. Gli abusivi, pertanto, venivano deferiti per occupazione di suolo pubblico e se qualcuno, nei giorni seguenti, fosse tornato sul posto per reiterare l’illecito sarebbe scattata la denuncia anche per violazione dei sigilli. L'inchiesta che ne conseguì fu eclatante. Infatti, furono emessi avvisi di garanzia nei confronti dell’assessore alla polizia urbana e del comandante dei vigili urbani ai quali veniva contestato di non aver adottato le cautele necessarie per evitare che gli spazi pubblici fossero utilizzati come parcheggi abusivi. Inoltre, da quella indagine emersero ipotesi di altri reati, in primis quello del voto di scambio che sancì l’inizio della cosiddetta tangentopoli napoletana. Passata la bufera, i parcheggiatori abusivi sono tornati, presto, ad operare indisturbati e nulla è cambiato neanche quando, anni dopo,sotto l’impulso dell’attività di studio e proposta della Commissione giuridica dell’Aci Napoli, sono state introdotte nuove norme, come il Dacur. La passata Amministrazione comunale, infatti, ha rinunciato a redigere l’apposito regolamento di polizia urbana per l’individuazione delle aree entro cui applicare il Dacur anche ai parcheggiatori abusivi. Di conseguenza questa innovativa misura,che prevede progressivamente pene sempre più restrittive sino all’arresto del trasgressore, è rimasta inapplicata. Tuttavia, qualcosa sta cambiando, adesso, su sollecitazione del Prefetto Michele Di Bari e del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che, insieme alla determinazione dell’attuale amministrazione comunale, hanno reso possibile l’intensificazione dei controlli sul territorio, un maggior ricorso ai carri attrezzi per rimuovere i veicoli in sosta d’intralcio alla circolazione e, quindi,l’applicazione del Dacur al fine di allontanare gli abusivi dai luoghi ove delinquono. Naturalmente ciò ha infastidito chi vive di tali abusi provocando, appunto, le reazioni violente degli interessati e del loro entourage contro le denunce dell’on. Borrelli. Ma la solidarietà non basta, né le sole denunce possono costituire la soluzione ad un problema che, per quanto semplicistico possa sembrare, ha una causa specifica: la carenza di parcheggi. Se ce ne fossero in misura sufficiente gli abusivi non avrebbero motivo di operare. Oggi, invece, riescono a svolgere la loro attività, sovente con la stessa complicità degli automobilisti, proprio perché garantiscono, benché in modo illecito, un posto auto altrimenti introvabile se non a peso d’oro presso le rimesse private. I parcheggi esterni alla carreggiata e connotati da precise destinazioni d’uso costituiscono una panacea contro gli abusivi edanche il traffico congestionato. E sì, perché liberando le strade dai veicoli in sosta, regolare o selvaggia che sia, contribuirebbero a snellire la circolazione, ridurre le emissioni inquinanti e velocizzare il trasporto pubblico. È compito, quindi, del Comune agire in questa direzione per dare una significativa svolta nella gestione della mobilità cittadina.
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