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La giusta reazione dopo una settimana di passione

La cosa fondamentale è non pensare di dover vincere a tutti i costi lo scudetto

La giusta reazione dopo una settimana di passione

Voleva scappare l’Atalanta dopo il successo (il decimo consecutivo) di misura in casa dell’Atalanta. Sperava Gasperini che nel pomeriggio l’Udinese fermasse il Napoli. Quando Thauvin dal dischetto ha ribadito in porta il rigore parato da Meret, sembrava un sabato maledetto. Anche in virtù di un primo tempo non all’altezza della situazione.

Nella ripresa, però, gli azzurri sono rientrati in campo con uno spirito diverso e hanno ribaltato il risultato con due degli uomini più attesi della giornata: Romelu Lukaku e David Neres. Poi Anguissa ha messo la ciliegina sulla torta chiudendo l’incontro. Big Rom e il brasiliano avevano gli occhi puntati addosso.

L’occhio di bue era su di loro. Il primo perché doveva scrollarsi di dosso le tante critiche ricevute, il secondo per il fatto che doveva sostituire l’intoccabile Kvara infortunatosi con la Lazio. Risultato? Il successo che lascia invariata la distanza dalla Dea capolista (-2) è stata opera di entrambi. Romelu, finalmente servito bene in corridoio da McTominay, ha fatto a sportellate con i centrali friulani e ha gelato Sava.

Il sudamericano si è liberato di tre quattro avversari e su una palla ribattuta ha calciato di destro e ha trovato Giannetti in traiettoria che ha buttato la sfera nella sua porta. E vai così. Poi come detto Zambo si è preso gli applausi per una ripartenza a centrocampo che l’ha portato, grazie alla sponda di Simeone, in area di rigore.

Chi lo inseguiva voleva stenderlo ma lui ha tenuto botta e di sinistro ha firmato il tris. A rivai. Serviva come il pane questa reazione dopo una settimana di passione. Più che avvicinarsi a Natale sembrava dovesse arrivare Pasqua. Le due sconfitte consecutive con la Lazio avevano depresso l’ambiente e pure Conte si era lasciato trascinare. Quegli otto minuti di conferenza alla vigilia della sfida del Friuli avevano basito tutti. Mai era stato così telegrafico da quando è l’allenatore del Napoli.

Nella sala stampa di Castel Volturno c’era una situazione surreale. Risposte stringatissime a domande neanche provocatorie. Molto probabilmente il tecnico salentino ha voluto mandare un messaggio ben preciso alla squadra: poche chiacchiere e più fatti. E i fatti ci sono stati contro un’Udinese che nella prima parte di gara ha mostrato il petto e il fisico per dare un dispiacere a Di Lorenzo e compagni. Tutto sommato, però, a parte il rigore per il fallo di mano di Lobotka, il povero Meret, che il penalty lo aveva anche ribattuto, non è stato mai impegnato più.

È rimasto a guardare. Dall’altra parte, invece, Sava è dovuto intervenire due tre volte prima che Lukaku rompesse l’incantesimo. Poi il portiere ha dovuto togliere dalla sua porta altri due palloni. E al triplice fischio finale è cominciata la festa sugli spalti e in campo.

Gli azzurri sono andati a prendere di peso Conte e l’hanno portato davanti alla curva dei partenopei. Un segnale che evidenzia come il gruppo sia compatto e deciso più che mai a non mollare mai. In un percorso di costruzione qualche intoppo ci può stare. L’importante è reagire. E il Napoli l’ha fatto nel migliore dei modi e su un campo per niente facile.

La cosa fondamentale è non pensare di dover vincere a tutti i costi lo scudetto. I partenopei sono in corsa come tutte le altre concorrenti che sono nella zona alta della classifica. I conti si fanno alla fine. Per il momento il Napoli resta secondo da solo a -2 dall’Atalanta. E sabato si andrà a Marassi col Genoa.

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