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L'intervento
20 Dicembre 2024 - 11:32
L e autorizzazioni per investimenti nell’area della Zes unica hanno superato le 400 unità, a dimostrazione della svolta impressa alla Struttura di Missione dal coordinatore Giosy Romano. Restano peraltro degli interrogativi cui va data risposta in breve tempo, se si vuole davvero che il rilancio del Mezzogiorno diventi realtà. Quello principale lo ha sollevato la Corte dei conti, con delibera n. 36 dell’ottobre scorso. La Corte rimarca il fatto che il Piano strategico per la Zes non è ancora stato adottato, malgrado il decreto coesione avesse fissato la scadenza del 31 luglio 2024. Pochi giorni prima di quella data, la cabina di regia della Zes adottò uno schema di Piano, non il provvedimento definitivo. Bisogna fare in modo che la procedura completi il suo corso. Si tratta di dare concretezza al nuovo modello di politica di sviluppo per il Sud disegnato dal Governo, che si sostanzia anche in linee direttrici di politica industriale. Questi ‘binari’ su cui indirizzare il treno Sud, come nuovo motore produttivo nazionale, rappresentano un parametro necessario per ottimizzareinterventi e risorse connesse, vedi credito d’imposta per l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive. Lo schema di piano strategico, in effetti, ha indicato nove filiere da rafforzare: aerospazio, agroindustria, automotive, chimica e farmaceutica, elettronica e Ict, ferroviario, made in Italy, navale e cantieristica, turismo. Nel documento sono indicate anche le tecnologie su cui puntare:digitale, cleantech e biotech. Allo stato, tuttavia, la struttura di missione non ha il Piano completo su cui poggiare per operare le sue scelte e questa carenza può creare alla lunga difficoltà, soprattutto in presenza di risorse limitate rispetto alla quantità di istanze prodotte. Il Piano strategico deve dunque essere completato, sia per agevolare l’opera dell’Autorità di gestione guidata da Romano, sia, ed è quello che più conta, per ridurre il più possibile l’eventualità che incentivi e importi connessi finiscano per sostenere anche iniziative di scarso impatto per la crescita economica e produttiva del Mezzogiorno. Il Sud deve sfruttare al massimo la carta Zes, nel quadro di una politica complessiva, dichiarata dalla stessa Premier Meloni, che gli assegna una funzione fondamentale per la crescita del Paese. Il Piano strategico sarà un’arma decisiva in questo senso e contribuirà a contrastare le miopi mire di esponenti politici e opinionisti di parte, pronti a ogni occasione a criticare le assegnazioni di finanziamenti alle regioni a sud del Garigliano.
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