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l'editoriale del direttore
24 Dicembre 2024 - 09:16
Qualche settimana fa, nella cernita delle notizie sulla nostra città, due mi hanno colpito in modo particolare. La prima riguarda un’intervista al procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, pubblicata da “Il Mattino” e firmata da Leandro Del Gaudio. In essa, una figura autorevole, che conosce profondamente la realtà cittadina, sottolinea come Napoli stia crescendo, mostrando segni evidenti di fermento e trasformazione virtuosa in ambiti strategici come turismo, cultura e investimenti. La seconda notizia riguarda l’annuncio e la cantierizzazione di progetti infrastrutturali per milioni di euro: un elenco talmente lungo che quasi disorienta a leggerlo, ma che trasmette una fiducia concreta.
Questi due fatti testimoniano che il cambiamento in corso non è più un’aspirazione, ma una realtà. Nel registrare questi segnali, mi torna alla mente quanto accadde nei mesi precedenti il G7, tenutosi a Napoli nel luglio del 1994. Allora, si puntò su quattro direttrici fondamentali per innescare una svolta di crescita e modernizzazione: creatività, progettualità, operatività e tempestività. Sono gli stessi principi che oggi ci guidano verso un futuro soddisfacente, come ha sottolineato anche il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, nell’intervista al nostro giornale pubblicata a pagina 3.
Oggi, però, c’è un elemento nuovo e decisivo: il Pnrr, il piano concordato con l’Europa per la ricostruzione post-Covid e per una nuova generazione comunitaria. Questo strumento impone rigore e controlli che assicurano che ogni opera venga portata a termine senza sprechi e senza quegli interventi improduttivi e dispersivi del passato. I finanziamenti sono significativi: parliamo di miliardi di euro per opere decisive, in grado di risolvere l’annoso problema abitativo e di avviare un recupero diffuso e organico delle periferie, restituendo alla città il volto che merita.
Circa un secolo fa, tra il 1928 e il 1930, Napoli visse un periodo di straordinario fervore con la costruzione di importanti edifici pubblici e palazzi di pregio architettonico, un patrimonio urbanistico che ancora oggi rappresenta un punto di forza della città. Guardando ai progetti già avviati, a quelli in via di ultimazione e al recupero della scommessa di Bagnoli, con le sue attrattive di respiro mondiale, si può concretamente sperare di celebrare degnamente un evento straordinario: i 2500 anni dalla fondazione di Napoli. Sarà una celebrazione magica e fantastica, con eventi che renderanno onore a una città sempre più amata, a cui tutti si dichiarano figli di adozione e adorazione.
Questo anniversario coinciderà con un altro appuntamento di grande importanza: l’apertura del Giubileo, che, secondo le stime, potrebbe attirare milioni di turisti. È un’opportunità unica per dimostrare ancora una volta l’amore per Napoli e per trasformare la città in una protagonista mondiale. Diceva Maurizio Valenzi, sindaco amato dai napoletani: “Napoli non può essere amministrata da un solo palazzo”.
Oggi possiamo affermare che i cambiamenti in atto sono il frutto di una preziosa armonia istituzionale. La collaborazione tra il sindaco e il governo nazionale, inaugurata con entusiasmo e determinazione dall’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sta producendo risultati tangibili. Ora è il tempo della responsabilità collettiva, per gestire con saggezza l’assalto turistico settimanale e per garantire che popolo e istituzioni lavorino insieme. Auguri di buon Natale e di ogni bene a tutti. Il futuro è qui, a Napoli.
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