Tutte le novità
l'opinione
27 Dicembre 2024 - 10:09
A chi non ha avuto ancora il tempo per farlo, a chi ha rimandato il momento, a chi l’ha già fatto, almeno una volta o più volte nel corso degli anni, consiglio con tutto il cuore di leggere o di rileggere una bellissima e conosciutissima novella di un grande scrittore. Si tratta del famosissimo “Un canto di Natale” A Christmas Carol) di Charles Dickens. Tradotto in tutte le lingue, pubblicato in migliaia e migliaia di edizioni e in milioni e milioni di copie in tutto il mondo questo racconto natalizio senza tempo è, oramai, un’opera consegnata all’eternità ed è meravigliosamente attuale, nonostante i suoi centottanta anni e passa di età. Perché leggerla o tornare a leggerla proprio in questi giorni, vi chiederete. Ma per due motivi, in realtà molto semplici. Il primo è che è una storia che si svolge a cavallo tra la Vigilia di Natale e il giorno di Natale, per sbocciare poi, come un fiore stupendo, nei giorni che seguiranno.
Il secondo è che la novella di Dickens racchiude, per me, tutto quanto c’è da dire, oggi, sullo spirito del nostro tempo e sul mondo in cui viviamo. E proprio per questo la ritengo fresca e intatta nel suo messaggio più profondo, nonostante l’indiscutibile e corrosiva patina del tempo trascorso dalla sua prima pubblicazione in seimila copie, pagate di tasca propria dall’autore, nella Londra “vittoriana” di quel lontanissimo 19 dicembre del 1843. Il “Canto di Natale” di Dickens, insomma, ci conduce per mano lungo un sentiero che non è facile e non è certo in discesa. È il percorso difficile che attraversa i labirinti della nostra mente e del nostro cuore e quei sentieri indefinibili in cui nostalgia, malinconia e quella “saudade” come la definirebbero i portoghesi che alberga nelle nostre anime di viandanti della vita, si intrecciano, si incontrano e si scontrano con la cupa realtà degli anni che viviamo. Oggi la realtà sono gli anni spezzati di questo terzo millennio che sembra voler replicare, con sfrontata naturalezza, le guerre e le crisi del secolo scorso, quel “secolo breve” secondo la fortunata definizione di Eric Hobsbawnche vide concentrarsi in pochi anni due conflitti mondiali e una lunga catena di eventi i cui effetti perdurano ancora e diventano incubatori di nuove sciagure sul cinico scacchiere della geopolitica.
Proprio per questo la lettura delle pagine di Dickens in cui realtà, squallore, mistero, orrore e poi luce, rinascita e speranza si susseguono nella storia catartica del vecchio e avaro Ebenizer Scrooge, non può che farci bene: un bene dell’anima, è proprio il caso di dire. Il viaggio interiore del protagonista, infatti, è un po’ il viaggio di un mondo, il nostro e di un’Umanità che ha bisogno di fare pace con se stessa. Quella pace vera che è fatta di forza, di coraggio, di equilibrio e di valori ritrovati, non quella farlocca e ipocrita,farcita di belle parole e di luoghi comuni tanto privi di senso quanto destinati a squagliarsi al primo contatto con la realtà e con le ansie e le paure del mondo. E allora, dai, leggiamolo insieme, in questi giorni, questo immortale “Canto di Natale” del vecchio, buon Dickens.
Facciamolo per commuoverci, sì, perché la capacità di commuoversi è un dono grande dello Spirito, ma soprattutto per raccogliere le forze di cui abbiamo bisogno per continuare a lottare e per cercare di disporre nel miglior modo possibile e non soltanto per noi stessi, ma per il bene della nostra Comunità, del tempo che ci è ancora concesso.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo