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Rispetto e denuncia contro la violenza sessuale

La paura più diffusa tra le donne è quella dello stupro, quasi a tutte le età

Siamo al bilancio di fine anno. Nell’universo femminile parrebbe difficile intravedere una qualche speranza, tuttavia ci tentiamo. Numeri di femminicidi in diminuzione di appena uno 0,5 % a fronte di una sempre indicibile crudeltà; mentre scriviamo l’ultima donna uccisa, dal marito, è stata trovata morta tumefatta dalle botte nella stanza a fianco a quella dove dormivano i figli. E una giovanissima italiana è stata accoltellata dall’ex ad Oslo. Con queste e tante altre bruttissime notizie superfluo chiedersi perché la Treccani abbia scelto quale parola del 2024 il termine “rispetto”.

Si conferma, infatti, che la paura più diffusa tra le donne è quella dello stupro, quasi a tutte le età. È la forma più grave di violenza sessuale che i maschi, da sempre, perpetuano verso il genere femminile indipendentemente da status economico e sociale. “Il no è no” è uno dei motti più ricorrenti contro questo spregevole abuso. Ma sappiamo che la cosiddetta droga dello stupro è sempre più diffusa e con essa la pratica dei malintenzionati di far bere un aperitivo precedentemente maneggiato in modo che la malcapitata possa essere facilmente sopraffatta a sua insaputa. Chi, poi, ha seguito il caso d’oltralpe di Gisele Pelicot sa che c’è ancora di peggio.

La donna, oggi 72enne, è stata vittima di violenza da parte del marito e di più di altri 51 uomini da lui contattati online per circa 10 anni. Maschi di tutte le età, da 26 a 74 anni. A questi Dominique faceva trovare la moglie già drogata e loro ne approfittavano come fosse la cosa più normale al mondo o lei fosse una bambola inanimata. Per la gravità dei fatti scegliamo di non commentare. Volentieri commentiamo, invece, il diffondersi di un certo cambio di guardia intorno a tali problematiche e riscontriamo che, finalmente, vengono “censurati” noti cantanti le cui canzoni inneggiano alla violenza. Le vittime di abusi stanno sempre più numerosamente abbandonando il silenzio entro cui si chiudevano con infondati sensi di colpa.

L’abusata sta prendendo coscienza che la vergogna è solo del violentatore e denuncia pur sapendo che dovrà combattere con diffusi atavici retaggi che cercheranno di spingerla nell’angolo. E, poi, registriamo la consapevolezza, sempre più diffusa di passare dalle prediche antiviolenza alla pratiche di sensibilizzazione. Perfino Papa Francesco ha scritto un libro dedicato alle donne dal titolo “Sei unica”. Insomma , i violenti non hanno ancora i giorni contati ma la risalita, pur lenta, è inesorabile!

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