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Lo straniero

Napoli, immagine esterna verso immagine interna

In quanto ambasciatore della mia città d’adozione, difendo spesso la città con successo nelle discussioni con i miei amici stranieri

Napoli, immagine esterna verso immagine interna

Ricevo spesso visite di amici che arrivano da me con l’immagine che si ha di Napoli all’estero: - Una città caotica e sporca dove i servizi pubblici non funzionano, compresa la raccolta dei rifiuti. Da dove si diffondono epidemie di colera ricorrenti. - Un contrasto scioccante tra le classi sociali, dove in uno stesso quartiere la più grande miseria si affianca al lusso ostentato,spesso in uno stesso palazzo. E dove niente migliora. - La criminalità organizzata, vale a dire la camorra, che s’insinua dappertutto nella vita quotidiana, Uno spazio governato da un’illegalità violenta: hanno visto la serie Gomorra in televisione.

«Chiaro che non sono falsità», rispondo ai miei amici, ma bisogna anche tenere conto delle immense qualità che possiede questo «Mondo a Parte», così come la chiamava Malaparte. - A parte la religione che è vissuta più come gioco con elementi di paganesimo e superstizione. - A parte il nazionalismo che qui non ha trovato terreno fertile visto l’atteggiamento dell’Italia unificata verso il Mezzogiorno. Il saggista Pino Aprile parla pure di crimini contro i meridionali perpetuati nel nome dell’Unità dell’Italia. - A parte il capitalismo a causa dell’assenza di una classe media dinamica imprenditoriale da una parte e dall’altra dalla mancanza di mezzi della classe popolare. - A parte comunismo, tenuto a bada dalla presenza di una base Nato, e da Mosca che aveva intimato il partito comunista di restare in carreggiata e di non cercare di prendere il potere. Tra le qualità della città che invece elenco ai miei amici perché ci vivo: - Cito in primo luogo: la bellezza assoluta del posto, sia del sito, sia della città: una specie di miracolo che si compie nonostante le cattive condizioni di vita del piccolo popolo.

In effetti, I Borbone rincorrevano lo splendore a beneficio della loro gloria, e avevano i mezzi per raggiungere il loro scopo imponendo tasse alla ricca chiesa di Napoli. - In secondo luogo, l’importanza data alla vita, come nel mondo greco che è sopravvissuto qui fino al 1130 laddove in nessun’altra parte al mondo era più presente da molti secoli. Nonostante le disgrazie e i fatti della vita, le donne di Napoli preferiscono cantare guardando il mare esaltando la loro femminilità, piuttosto che lamentarsi in vestiti neri davanti ad un corpo trafitto da una lancia, appeso ad una croce a cui manca un chiodo.

Sono Dionisio, festaiolo ciononostante implacabile, e Afrodite, che non pretende mai di avere mal di testa quando si tratta d’amore, i veri pdroni di Napoli! Al posto della tristezza e della sottomissione, la città emana un’incredibile energia vitale. - L’estrema creatività e capacità di sapersela sbrigare da sé del popolo di Napoli. La chiamerei intelligenza, malgrado l’ignoranza di fondo. Quando non si seguono le leggi perché non ce ne sono, perché sono ingiuste, o solo per sopravvivere, si è costretti a riflettere da soli invece di sottomettersi ciecamente alle regole.

Non è a Napoli che voi sentirete: “it’s not our policy”. - Infine, ma non ultimo di importanza, l’estrema cordialità e la grande tolleranza dei napoletani. Tutti vi salutano, dalla seconda volta che vi vedono, al contrario di Parigi dove ognuno è rinchiusonella sua piccola bolla e vi dice che è di fretta anche quando non lo è. L’essere socievole è per il napoletano un bisogno vitale, è il suo modo di rapportarsi all’umanità nella sua unicità… anche quando prende diverse apparenze a seconda della cultura ambientale.

Su questo punto i miei amici annuiscono in quanto la reputazione di popolo caloroso è giunta fino ai loro paesi grazie ai racconti di Alexandre Dumas, Marc Monnier, Fenimore Cooper,di Johan Goethe e tanti altri grandi scrittori che hanno percepito l’immagine interna di Napoli. In quanto ambasciatore della mia città d’adozione, io difendo spesso Napoli con successo nelle discussioni con i miei amici stranieri. Questo accade ancor più quando loro si rendono conto che la città diviene vittima dei suoi propri difetti. «Bisognerebbe proprio che Napoli andasse avanti», invece di restare ferma, mi dicono loro prima di andarsene. Questo sarà il soggetto del mio prossimo articolo. Tanti auguri di buon anno a voi, che mi fate il piacere di dare un’occhiata alla mia rubrica da quasi due anni.

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