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La riflessione

Pronto il “centrone” Pd per far festa a Elly-Spot

La Schlein si è ancora una volta a lungo appiattita sul Movimento Cinquestelle, ora addirittura scomparso anche dai telescopi politici

Conte sceglie la Salis: Schlein è rimasta sola

La segretaria del Pd, Elly Schlein

Se occorreva un’ulteriore conferma sulla efficienza del governo Meloni e la saldezza della sua maggioranza, stavolta la riprova inconfutabile è venuta anche dal tradizionale discorso di fine anno del Capo dello Stato. Non limitato a ritualità generiche e sfuggenti ma ricco di sottolineature e di giudizi lusinghieri su occupazione, lavoro e sicurezza, per merito di un destinatario ben chiaro. Con una particolare menzione degli ottimi risultati dell’Export e del Turismo, a testimonianza di un Paese, che esercita “la sua forza diattrazione aldilà delle bellezze naturali e delle città d’arte”. Un concetto questo, di importante significato sulla importanza prioritaria del fare, di impegnarsi indipendentemente dalle risorse oggettive e naturali su cui già si può contare. Un principio molti anni fa sostenuto da Pier Paolo Pasolini in un importante duro reportage sul Sud.

Quando scrisse polemicamente: “Qui è la natura a lavorare per la gente”, intendendo dire che meglio sarebbe stato fare il contrario. Tralasciando ora le tante positive sintonie registrate tra governo e Colle, anche sul valore e il rilancio del “patriottismo”, una parola che solo a pronunciarla mandava e manda in tilt certa sinistra, oggi c’è da dire, senza ombra di dubbio, ancora da “prova d’orchestra”. Confusa, contraddittoria , collezionista di flop nel presumere di avere le ricette per ogni problema salvo poi dover prendere atto che la suaè tutta una montatura demagogica.

A riguardo lo scacco maggiore è venuto in questi giorni dall’ordinanza della Cassazione sugli emigranti e sul centro di accoglienza in Albania, la quale ha chiarito che non sono i giudici ma il governo, i ministri a stabilire quali sono i paesi sicuri, sconfessando così le decisioni del tribunale civile di Roma. Che ha bloccato sul nascere un modello di accoglienza di stampo italiano: ora copiato addirittura in Europa. Ma, pur di far male, fatto passare dalle opposizioni come un campo di detenzione, internamento, pur di dir male e mettere in cattiva luce chi aveva visto giusto. Mentre accadeva tutto questo, la notizia clamorosa, destinata a poter cambiare presto molte cose, è il lancio a Milano , sabato 18 gennaio, di un “Correntone Politico”, chiamato “Comunità Democratica”, coordinato da Graziano Delrio. Che, senza giri di parole, chiede e mette da subito le cose in chiaro, cioè: “Una maggiore accoglienza e spazio nel Pd e fuori del Pd”.

Parole molto nette, che non hanno certo il tono da anticipata pace pasquale ma piuttosto di quaresima per più di uno. Non sono passati neanche due anni dalle primarie del marzo del 2023 con la elezione di Elly Schlein ai vertici del Pd come colei che avrebbe dovuto risollevare le sorti di una sinistra allo sbando e siamo di nuovo punto e a capo. Da tempo si avverte più di un disagio verso questa segreteria, eletta per costruire un’alternativa al centrodestra. Non solo non vi è riuscita ma ha anche vanificato ogni prospettiva. Il suo compito era dirigere un partito plurale e non lo ha fatto. Altro cosa da fare, era lavorare, approfondire, rendere creativa la sinistra italiana.

Che, invece, con la Schlein si è ancora una volta e troppo a lungo appiattita sul Movimento Cinquestelle, ora addirittura scomparso anche dai telescopi politici e segnalatosi soltanto per le azioni giudiziarie del suo curatore fallimentare Giuseppe Conte. Presentatosi per far breccia come “avvocato del popolo” all’inizio del suo sorprendente incarico-ingaggio di premier nel 2019, in seguito, per restare in sella,qualificatosi pubblicamente grillino, in una “location” a Largo Chigi da mercatino rionale, per essere accettato dai populisti. Ma,oltre a tutto questo, la iniziativa di Delrio, nel dar vita a un cosiddetto “centrone” di cattolici progressisti, si configura semprepiù come una sorta di rivalsa, di vendetta, dal greco “Hybris”, sulla sinistra, ancora datata di una Schlein di superata formazione “pidiessina”. Non all’altezza dei cambiamenti da fare, e refrattaria a coltivare il filone liberale, senza il quale il Pd è condannato a perdere.

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