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Le spigolature
07 Gennaio 2025 - 09:17
La premier Giorgia Meloni
Ora non ci sono più alibi o “attese prudenziali” vista la situazione, del tutto inedita, determinata dalle elezioni di fine 2022, quando il Centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati) vinse le elezioni e Giorgia Meloni (ottobre di quell’anno) divenne Presidente del Consiglio, fra l’altro prima donna a un così alto incarico.
A lei continuano i riconoscimenti internazionali anche per i diversi G7 che ha con mano ferma presieduto. “Politico”, diffusa testata americana, la definisce ”la persona più potente dell’Europa nel 2025”, una interlocutrice con cui “Bruxelles eWashington possono accordarsi”.
Di rincalzo il New York Times: ”L’Italia della Meloni è un’oasi di stabilità nell’Europa senza timone”. Un’Europa che deve riguardarsi dal putiniano espansionismo aggressivo come nel caso dell’Ucraina (e sembra che di questo la Premier abbia parlato con Trump a Mar-a-Lago pochi giorni fa, ribadendo che “non permetteremo alla Russia di minare la nostra sicurezza”). Intanto, però, accanto a lei siede il vicepremier leghista che, quanto a putinismo, non sembra avere uguali in Italia.
*** SALVINI SPINA NEL FIANCO. Dopo l’assoluzione, si è talmente vestito di euforia e dichiarato “vincitore per il bene di mezzo mondo” che all’ex bossiano vicepremier mancava solo il passaggio sotto l’arco del trionfo (“ho difeso gli italiani e i confini della nostra patria, ho vinto per il bene della Lega e della nostra sovranità”).
Vicenda scabrosa la sua. Alcune ragioni peraltro non gli mancavano. Era ministro dell’Interno quando, nell’agosto 2019, impedì lo sbarco, a Lampedusa, di 147 migranti della Open Arms. Prima fase del processo: chiesti sei anni di carcere. Perchè passibile di condanna solo lui e non anche l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha sùbito indossato i panni di colui che non sapeva nulla delle salviniane decisioni (“non ho mai sentito parlarne a Palazzo Chigi”) oppure, se c’era, dormiva....
Meglio ancora: perché i magistrati non hanno avuto il coraggio di processare tutto il Governo? Quindi per Salvini un immeritato calvario con la conclusione che il fatto non sussiste. Ma è dopo la sentenza assolutoria che per lui sono incominciati i problemi.
*** Il SOGNO DEL VIMINALE. Salvini si rivede responsabile dell’Interno. Dalla Lapponia la Meloni gli dice che non se ne parla nemmeno: “Piantedosi è un ottimo ministro” (Andrea Bulleri scrive che la Premier, con l’apprezzamento e forse il suggerimento del Quirinale, preferì spoliticizzare la guida degli Interni”).
Nel messaggio di fine anno il Presidente Mattarella ha precisato che la pace, ”di cui l’Europa è storica espressione”, non significa “sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi”. Poi gli armamenti: ”La crescita della spesa innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina”. Queste parole saranno entrate nelle salviniane orecchie?
* MATTEO E LA “VENDETTA TREMENDA VENDETTA”. Il vicepremier ex Carroccio ne ha di terreno da recuperare anche senon sarà facile. Quasi sicuramente la sentenza di Palermo verràimpugnata da chi non smette di soccorrere i migranti in difficoltà. I Vescovi italiani hanno preso male l’assoluzione (“non ci si può dichiarare cristiani e difendere chi fa campagna elettorale sulla pelle dei poveri”).
L’ex parroco di Lampedusa, Carmelo La Magra, aggiunge: ”Il fatto sussiste eccome; la nave fu palcoscenico per un comizio”. Sul piano dei sondaggi Salvini è ancora sopravanzato da Tajani che, come ministro degli Esteri, sta godendo di buona considerazione. A inizio 2025, i leghisti di via Bellerio andranno a congresso. In quello della Lombardia nuovo segretario è stato eletto il sen. Massimiliano Romeo polemico con Salvini (“serve la Lega della comunità, non delle personalità;personaggi come Zaia, Giorgetti e Vannacci non convincono più”).
*** GOVERNO “NUOVO” CERCASI. Della sua necessità appare convinta innanzitutto Giorgia Meloni. Apprezza quanto fatto nei due anni, ma non nasconde che “si può fare di più”. Il Bilancio è stato approvato (30 i miliardi disponibili). Il ministro Giorgetti (Economia) avverte tuttavia che occorre rientrare dal deficit pubblico (quasi 3mila miliardi).
Nel Governo servono per questo visioni programmatiche unitarie e convergenti: infelicissima e miope, invece, l’idea salviniana di “più Italia in Europa e meno Europa in Italia”. C’è da scegliere: da una parte europeismo e atlantismo, dall’altra la soggezione al sovranismo condito con le putiniane aggressioni a Stati indipendenti.
C’è peraltro anche un po' di pulizia da fare nelle cariche ministeriali: la Santanchè (“sono una donna, non sono una santa…”) e le sue numerose disavventure imprenditoriali; il sottosegretario Del Mastro e la rivelazione di segreti d’ufficio; la scabrosa vicenda di Sangiuliano che in tutta fretta ha dovuto lasciare la Cultura.
Cara Giorgia: suggestiva la tua idea del “Mezzogiorno per l’Italia” e del “Mediterraneo per l’Europa”. Ma a Palazzo Chigi sono tutti d’accordo con te? Urge, ormai, una verifica senza più consentire a nessuno doppi giochi, riserve mentali e affarismi di varia natura.
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