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LETTERA AI LETTORI
08 Gennaio 2025 - 09:25
Cari amici lettori, iniziando questo nuovo anno, voglio sospendere per una settimana i discorsi sulla fine di questo mondo per occuparmi di piccole cose. Non vi intratterrò, quindi, sull’anniversario della strage di Charlie Hebdo, che ricorre nel momento in cui scrivo, ma di due episodi accaduti di recente in Italia, che riguardano ciascuno la vita di una sola persona.
Cose piccole quindi, se esaminate con un criterio puramente quantitativo e perché non avranno in concreto gravi conseguenze per la società. I fatti, tuttavia, non sono privi di rilievo, perché attinenti ai rapporti fra un ufficio pubblico e una persona, e tali da indurre la convinzione che le istituzioni italiane non funzionano a dovere.
Nel primo caso, a mio avviso il più grave, il morto non c’è ancora. Mi ha molto indignato, è il comportamento di quell’Asl giuliana che sembra voler condannare a morte un cittadino senza giustificato motivo. Il 23 dicembre u.s. il quotidiano “La Verità” ha pubblicato la seguente lettera, inviata il precedente giorno dodici a un ammalato dal Centro di Cardiochirurgia dell’Asl di Trieste: “Lei è stato registrato in lista d’attesa elettiva con diagnosi di cardiopatia valvolare con insufficienza aortica severa. Non è stato poi operato per rifiuto di sottoporsi a vaccinazioni.
Le saremmo grati se ci restituisse la presente lettera firmandola in calce per essere cancellato dalla lista d’attesa. La informiamo che, in caso di mancata risposta, procederemo comunque alla Sua cancellazione dalla lista. Qualora Lei lo desiderasse, saremo lieti di rivalutare la Sua situazione in futuro”.
Questa potrebbe essere, in effetti, una condanna a morte, se analizziamo la diagnosi. In Italia, quindi, le vaccinazioni sarebbero diventate indispensabili per la sopravvivenza delle persone. Follia pura o residuati dell’assurda campagna contro l’influenza chiamata Covid, scatenata da un ufficio medico cinese e già responsabile, per la superficialità dei governi del tempo, della reclusione domiciliare di tutti i cittadini? La Asl e i suoi centri medici devono salvaguardare la salute e la vita dei cittadini, non condannarli a morte, pena non prevista per l’immaginario delitto di mancata vaccinazione!
Nel secondo caso la morte c’è, ma il morto se l’è andata a cercare. Si tratta d Moussa Diarra, ventisei anni, proveniente dal Mali, il quale, la mattina del 20 ottobre scorso, alla stazione di Verona Porta Nuova, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco da un agente della polizia ferroviaria.
L’africano, che dall’autopsia è risultato non essere ubriaco né drogato, alle cinque del mattino ha infranto i vetri della biglietteria e di un negozio della stazione. Poi, poco distante, armato di coltello, si è scagliato contro una pattuglia della municipale, costringendo gli agenti a allontanarsi (!?!).
Il tutto è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Poco dopo, sempre nella stazione, ha aggredito con il coltello un agente della Polfer, il quale, dopo aver sparato in aria un colpo di avvertimento, ha esploso altri tre colpi, uno dei quali ha ucciso l’esagitato.c Ora si apprende che un inquirente indaga il poliziotto per eccesso colposo di legittima difesa. Vorrei domandare al magistrato: “Cosa avresti fatto tu nei suoi panni? Saresti fuggito lasciando che il forsennato accoltellasse altre persone?”.
Si ammette la legittima difesa, ma se ne ipotizza l’eccesso senza esprimere le ragioni, a mio avviso del tutto inesistenti, del preteso eccesso! Il fatto mi sembra molto grave (e ha, infatti, provocato critiche indignate dei sindacati di polizia, i quali hanno osservato, tra l’altro che “Ciò che è accaduto a Verona è l’ennesima prova di quanto sia diventata preoccupante la minaccia rappresentata da chi vive ai margini delle aree ferroviarie”.)
Come si fa leggendo le cronache, a negare che le stazioni ferroviarie di Milano e Roma, ad esempio, siano diventate luoghi pericolosi per i cittadini? A Napoli basta avventurarsi, con sprezzo del pericolo, in piazza Garibaldi e nel contiguo quartiere dei migranti clandestini per rendersi conto dell’alta probabilità di essere aggrediti.
C’è, insomma un innegabile pericolo gravissimo per l’ordine pubblico e la magistratura lo affronta indiziando o addirittura arrestando poliziotti e cittadini che hanno reagito ad aggressioni criminali! Quella stessa magistratura che boicotta il trasferimento in Albania (approvato persino dall’U.E.) e considera luogo non sicuro l’Egitto, benché in quello Stato decine di migliaia di cittadini italiani trascorrano piacevolmente le vacanze! Il governo deve agire. Non basta la lodevole spinta all’Europa per sostenere il freno all’invasione musulmana.
Occorre tutelare la forza pubblica e gli onesti cittadini, ricordando che la Giustizia esiste proprio per evitare che gli individui siano costretti a difendersi o vendicarsi da soli. Poiché a mali estremi occorrono estremi rimedi, io suggerirei di abolire il reato di eccesso in legittima difesa o, almeno, di escluderlo nei confronti degli agenti di polizia (che esercitano non un diritto ma un dovere) e in ogni caso di aggressione armata.
In alternativa, introdurre il delitto d’illegittima persecuzione per quanti avviano assurdi processi (come quello contro Salvini e non i suoi colleghi e superiori di governo). E fate caso che l’agente di polizia ferroviaria ha provato a soccorrere la sua vittima, come Salvini faceva sbarcare gli ammalati. Non vuol dir nulla?
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Commenti all'articolo
Francesco
09 Gennaio 2025 - 08:29
Non generalizzo, ma questi magistrati ci faranno fare la fine di San Francisco, precipitata nel caos a causa di trame criminali: in questa città i giudici “progressisti” (finanziati da miliardari di “sinistra”) hanno dato mano libera a tutti i delinquenti, mentre hanno paralizzato la Polizia con indagini puntigliose; i quartieri si sono spopolati e il mercato immobiliare è crollato! Sapete chi ha
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