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Bene i conti, ma ora serve accelerare sul Mezzogiorno

I segnali di un potenziale grande rilancio non mancano

Bene i conti, ma ora serve accelerare sul Mezzogiorno

Il riconoscimento di ‘The Banker’ al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti è di particolare importanza. La pubblicazione mensile sugli affari internazionali del Financial Times ha giudicato Giorgetti come il miglior ministro delle Finanze del 2024. Tra i motivi che hanno spinto la prestigiosa testata a scegliere l’italiano, vi è la constatazione di avere rispettato “il suo impegno perridurre il crescente deficit” e per“sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine volto a ridurre l’imponente rapporto debitoPil”. Non si tratta di una scelta casuale, originata da valutazioni superficiali. L'Italia è l'unico Paese europeo ad avere recuperato il rapporto tra debito e pil che aveva prima del covid. Anche nel secondo e nel terzo trimestre 2024 il bilancio primario delle amministrazioni pubbliche, calcolato prima del pagamento degli interessi, è risultato attivo, rispettivamente per l’1,2 e l’1,7%.

Al momento, insomma, la stabilità e l’affidabilità del sistema Italia non danno adito a rilievi. E l’avallo internazionale a Giorgetti è tanto più significativo se si pensa che il timore di una gestione non disciplinata dei conti pubblici era stata tra le principali preoccupazioni nell'opinione pubblica estera, dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni e la nascita del governo Meloni. Uno dei motivi del credito su scala mondiale che accompagna la figura del Presidente del Consiglio sta proprio in questa attenzione ai vincoli di bilancio. Ma vi sono altri fronti su cui è lecito attendersi un cambio di passo dall’Esecutivo. Uno, soprattutto: occorre una più marcata attenzione del governo per il Mezzogiorno, che dalle enunciazioni di principio sia capace di passare a risultati concreti e di netta evidenza. C'è bisogno di una forte spinta per far sì che l'area avvicini sensibilmente, e con il tempo eguagli, i livelli di vita e produttività di altre zone d'Italia e d'Europa.

È possibile, non è una utopia, perché dalla crescita della rilevanza del Mediterraneo al dinamismo delle imprese del Sud, al protagonismo giovanile delle startup, alla stessa crescita delle pmi innovative, i segnali di un potenziale grande rilancio non mancano. La stagione del Pnrr si avvicina alla conclusione ma, purtroppo, finora la svolta attesa, al di là di successi marginali, non c'è stata. Ci aspettiamo un ulteriore colpo d'ala dell'esecutivo, in grado di favorire quella crescita del pil annuale del Sud,vicina alla doppia cifra, che può cambiare idestini dell'area e dell'intera Penisola.

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