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L'opinione
12 Gennaio 2025 - 10:33
Giorgia Meloni
L’anno si è aperto con la conferenza stampa di fine anno (giusto) di Giorgia Meloni, che avrebbe dovuto fare il punto sullo “stato della Nazione”, per dirla all’americana.
Gli osservatori imparziali concordano nel dire che la Presidente del Consiglio (mi scuso con l’interessata se la declino così) anche con la compiacenza dei giornalisti, rei di non averle sottoposto domande scomode, se l’è cavata evidenziando i successi in campo internazionale, dribblando con qualche imbarazzo e qualche balbettio domande nemmeno tanto specifiche sugli argomenti più cari agli italiani: pensioni, salari e altro, formiche a parte.
Tornando ai decantati successi in politica estera, inclusa l’operazione che ha fortunatamente liberato Cecilia Sala, parlerei di inusitata capacità di sapersi vendere (e bene) all’estero, grazie ad una rete di rapporti molto significativi, uno su tutti quello privilegiato con uno degli uomini più ricchi del mondo. Insomma, una Presidente spaziale.
È del tutto evidente che ancora una volta la politica ha piegato la testa; ancora una volta si reitera una pratica consolidatasi nell’ultimo ventennio (ops, scusi ancora Signora Presidente), ossia la rinuncia del primato della politica. In un’epoca segnata dal trionfo dei governi di destra - destra in tutta Europa, oltre oceano e non solo, la celeberrima locuzione mazziniana, già tranciata del quarto termine (umanità), rivista dal fascismo, andrebbe riformulata in “Dio danaro, Patria e Famiglia”.
E passiamo alla seconda conferenza stampa di questo meraviglioso inizio d’anno, quella che ha visto protagonista Vincenzo De Luca, il Presidente che tutto il Globo (terracqueo) ci invidia. Non ci si aspettava nulla di quanto non abbia detto Don Vincenzo. L’immarcescibile va avanti, non lascia anzi raddoppia, ma che dico, triplica il mandato.
Mutuando termini dalla musica classica di potrebbe dire che le conferenze stampa di De Luca sono degli “allegri” motivi con intervalli gravi o solenni, ma sempre ad libitum (infiniti come i mandati del Nostro). C’è tanto da fare, risorse da allocare previste in bilancio, ma 10 anni non bastano, ce ne vogliono altri 5, forse 25, come dice Lui. Sono 2 attaccanti nati i due Presidenti, si offendono e offendono fino ad assestare colpi agli avversari, che spesso sono incarnati dalla loro parte politica.
I sondaggi nazionali danno ragione alla Presidente del Cosiglio, quelli locali a De Luca, Presidente per sempre. Ma i partiti poco c’entrano, è solo una questione di culto delle personalità. Le elezioni, gli elettori (diciamo più astenuti che votanti) sono soltanto un dettaglio, intendenza che deve solo seguire o dire “obbedisco”!
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