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IL PUNTO

Caso Ramy, ma il Presidente Mattarella da che parte sta?

I pm tolgono il fango dalla faccia dei carabinieri

Caso Ramy, ma il Presidente Mattarella da che parte sta?

Caso Ramy,  i pm tolgono il fango dalla faccia dei carabinieri e lo rigettano addosso  ai “sinistrati”, al sindaco Sala e al suo consulente alla Sicurezza, Gabrielli perché, “le modalità dell'inseguimento erano corrette e non è stata violata alcuna regola”. Povero Ramy, non se ne può proprio più, di chi  fingendo di chiedere  giustizia per lui,  continua a ucciderlo. Costringendo i suoi genitori a  prendere le distanze, ribadendo  che “la polizia difende la sicurezza in tutta Italia”.  Ma  i “falsi profeti di pace” non si fermano e i loro servi sciocchi, mettono “a ferro e a fuoco” le città, con la “caccia allo sbirro”.  Tant'è che l'altroieri a Roma  20 immigrati  hanno attaccato gli agenti che avevano arrestato uno spacciatore e rimpatriato 5 clandestini. La Schlein esprime “la solidarietà del Pd che condanna ogni atto violento”, ma, accusa “la destra di strumentalizzare le violenze e non sostenere i sindaci nel contrastarle”. Domanda: anche quelli come il bolognese Lepore (Pd) che (per ringraziarli?)  li ha invitati al Comune per  chiedergli “come costruire la città” e  il torinese, Lo Russo che gli promette di sostenere  i lavori per il recupero dell’edificio occupato dall'Askatasuna?

Il fatto che i sediziosi  abbiano deciso di aggredire chiunque  indossi  una divisa e  attaccare  le caserme dei carabinieri (dopo le due di Torino, quella di Borgo San Lorenzo nel Mugello) e  intendano continuare  a nascondersi dietro la falsa richiesta di “giustizia per Ramy”, non preoccupa alcuno.  Come se   questa escalation di violenza fosse  davvero cominciata dopo l'inseguimento a Corvetto di Milano in cui ha perso la vita. Mentre, è ormai chiaro che è figlia dell'odio per il governo Meloni, instillato da un'opposizione che - non sapendo più a che santo votarsi per farsi dettare un progetto credibile  per vincere le elezioni, insieme alla stampa mainstream e ideologica, di intellettuali e presunti tali, sfusi o a pacchetti – mentendo sapendo di mentire continua ad accusare l'esecutivo di “raccontare un Paese che non c'è”. E Meloni “di essere autoritaria”. Il che detto dall'ex premier Prodi è tutto dire.

Poi, come ciliegine sulla torta,  gli irresponsabili  inviti alla “rivolta sociale”  dei leader della Cgil, Landini e dell'Uil, Bombardieri. Che hanno detto “no” anche al contratto per 600mila dipendenti della sanità, con aumenti mensili di  172  euro lordi  per 13 mensilità e 90 annui pro capite per incrementare i fondi contrattuali.  Una rivoluzione, quindi, a spese  dei  circa 2,3milioni  dipendenti di sanità, enti locali e scuola pubblica che vedono i loro aumenti salariali, per complessivi 5 miliardi di euro, bloccati e la loro busta paga decurtata per i giorni di sciopero.  Benzina sul fuoco, per tenere  accesa la piazza?

Del che,  gli utili  idioti della sinistra: centri sociali, collettivi rossi, studenteschi e clandestini  stanno facendo tesoro, per fomentare nuovi odii e aggredire le forze dell'ordine con l'obiettivo di mettere in difficoltà il governo, nella speranza che commetta un passo falso. Sanno  che,  al di là dei successi politici raggiunti dentro e fuori i confini d'Italia, ma strumentalmente negati da loro, in questo momento, nonostante il crescente consenso degli italiani,  l'esecutivo si ritrova,  tra l'incudine e il martello. Se alza la voce, per raffreddarne i bollenti spiriti viene accusato di censura, ma  se tace, d'inadeguatezza a risolvere il problema sicurezza. Appena si è parlato di una normativa per la salvaguardia  degli agenti e impedirne l'automatica iscrizione nel registro degli indagati per i fatti avvenuti in servizio, hanno “cianciato” di tentativo  di realizzare  una doppia corsia giudiziaria: una per i cittadini comuni e l'altra “preferenziale” per le forze dell'ordine. 

Sicché, non può che stranire, il frastuono del silenzio del Capo dello Stato, che, su tale questione, non ha mai  ritenuto d'intervenire,  né quando Landini parlava di “rivolta sociale” e  non ha mai pronunciato una parola di condanna  di centri sociali,  gruppi studenteschi e clandestini, che s'infiltrano nelle manifestazioni  solo per dare addosso alle forze dell'ordine; mentre, di contro, ha  più volte  ricordato a queste   che: “l'autorevolezza non si  misura coi manganelli”.  E ora, piuttosto che garantire loro  da ulteriori eventuali crocifissioni per fatti  “sul lavoro”, fa da scudo ai favoritismi per  mamme ladre,   condannate, ma impossibili da arrestare perché in cinta e per immigrati irregolari.

Da qui la sensazione personale che -  con la benedizione al battesimo del  nuovo cattodem prodin-ruffiniano, “Comunità democratica” - trincerandosi dietro la Costituzione,  e provando a sfruttare la posizione assunta della Lega “prima l'approvazione del Ddl sicurezza poi le modifiche richieste da Mattarella”,  sia proprio lui che, da “vecchia volpe della politica”, intenda  provare a minare  la compattezza del  governo. Per fare spazio agli amici di sempre.  Certo “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.  Stia attento il centrodestra.

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