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21 Gennaio 2025 - 10:27
Donald Trump
Un discorso visionario e solenne consegna agli Stati Uniti una nuova età dell’oro. Non è stato un semplice insediamento ma un comizio che richiama i punti programmatici della campagna elettorale, rilanciando il ruolo degli Usa nel mondo. Secondo il presidente Trump “cambierà tutto, molto velocemente perché l’era del declino è finita“. “Saranno espulsi gli immigrati irregolari, ci sia dovunque libertà di parola, il Golfo del Messico sarà denominato d’America ed anche il Canale di Panama tornerà nelle nostre mani”. Un’agenda che sembra infinita e che stimola, nello stretto uditorio di Capitol Hill, ondate di applausi. “Dio ha inteso salvarmi la vita. Non ci sono sogni irrealizzabili. Io combatterò per voi, io vincerò per voi. Mentre partiremo, con i nostri astronauti, alla conquista di Marte“.
Ecco il sogno americano che si materializza, che diventa realtà sotto gli occhi dei potenti del mondo, perché gli Usa non possono più aspettare. In realtà, in un mondo dove tutte le ideologie si sono scolorite, poteri nuovi come la scienza, la finanza, la tecnologia guidano, ormai, il cambiamento. C’è una lettura sbagliata della società da cui, anche in Italia, la sinistra non riesce, in questa fase, ad affrancarsi. La difesa di piccoli protettorati, di fabbriche sempre più obsolete, di lavoratori destinati alla riconversione produce oggettivamente scarni risultati. Sia sul piano elettorale che su quello della modernizzazione. Siamo dentro un’epoca nuova dove l’intelligenza artificiale e la tecnologia elimineranno presto gli steccati e le regole del passato, compresi decine di migliaia di posti di lavoro.
Bisogna, quindi, dialogare con il nuovo che avanza, senza isterilirsi in stanchi compromessi. Vedere Zuckenberg e Bezos alla cerimonia di insediamento di Trump, per non parlare del ruolo strategico di Elon Musk, fa comprendere chiaramente come la destra nel mondo sia stata più lesta ad imbastire intese ed accordi, compresa la stessa Meloni. Marginalizzando ulteriormente le forze di sinistra che trovano oggi nella difesa dei diritti dei cittadini l’unica leva sulla quale concentrare il loro consenso. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è servito a disegnare con chiarezza anche questo. Facendo comprendere come solo grandi Paesi come la Cina, la Russia, gli Usa possano condizionare le nuove dinamiche di sviluppo e come il ruolo dell’Unione Europea, ancora divisa in mille simmetrie, sia sostanzialmente irrilevante. Da Capitol Hill, Trump ha dettato le sue prime parole d’ordine: lotta assoluta contro l’ immigrazione clandestina, salvacondotto per tutti i suoi fan rivoltosi che contestarono la vittoria di Biden, desecretazione dei dossier relativi agli assassini dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King, rapidi contatti con la Cina perché possa condizionare Putin verso la fine della guerra in Ucraina. Il taccuino del mondo attende ancora di essere scritto ma si ha la sensazione che verrà riempito presto di contenuti autentici.
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