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LETTERA DAL PALAZZO
24 Gennaio 2025 - 09:10
Il governatore Vincenzo De Luca
Nel centrodestra e nel centrosinistra si vive all’insegna di divergenze che certo non giovano alla credibilità delle due coalizioni nelle quali si articola la vita politica del nostro paese. Ora l’attenzione si concentra sul problema del terzo mandato, oggetto di polemiche vivaci.
Nel centrodestra Matteo Salvini insiste affinché ai governatori delle Regioni venga concessa la possibilità di presentare nuovamente la propria candidatura anche dopo aver occupato per due mandati la carica di presidente. La ragione di questa insistente richiesta è chiara. Nella prossima primavera, in un turno elettorale che coinvolgerà oltre diciassette milioni di cittadini, si voterà anche in Veneto, regione nella quale Luca Zaia, popolarissimo tra i leghisti, certamente verrebbe rieletto per la terza volta.
Se non fosse possibile Zaia non resterebbe con le mani in mano e potrebbe aspirare, nella Lega, alla poltrona attualmente occupata da Salvini che, temendolo vuole mantenerlo alla Regione. Giorgia Meloni, tuttavia resiste alle pressioni del leader leghista e si pronuncia apertamente contro l’ipotesi di un terzo mandato anche perché se Zaia fosse costretto a uscire di scena vorrebbe porre alla guida della regione veneta un esponente del suo partito, Fratelli d’Italia.
Inoltre, anche Tajani, attratto dal costituendo partito di centro, potrebbe abbandonare la coalizione se dovessero essere accolte le richieste di Salvini contro le quali il leader di Forza Italia ha preso da tempo posizione. La questione del terzo mandato ha coinvolto anche l’opposizione di centrosinistra.
È nato, infatti, un “caso De Luca” perché anche il governatore della Campania non ha alcuna intenzione di lasciare la sua carica, nonostante abbia già compiuto due mandati. Se la sua candidatura non dovesse essere confermata dal partito, minaccia di uscirne. Conoscendo il suo carattere non c’è da dubitare che la sua non sia una minaccia priva di seguito. De Luca è deciso ad andare fino in fondo e la sua defezione non sarebbe per il Pd una perdita di poco conto.
Ma la Schlein non può permettersi di perdere un portatore di voti del suo calibro. Insomma, l’alternativa terzo mandato sì – terzo mandato no è destinata a infiammare la scena politica nelle prossime settimane. Molte cose dipenderanno dal modo in cui verrà gestita e sia Giorgia Meloni che Elly Schlein dovranno, per questo, far ricorso a tutte le loro arti diplomatiche se non vorranno esserne travolte.
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