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LETTERA AI LETTORI

L’intelligenza artificiale, l’uomo e il dinosauro

Quella che oggi mi interessa è la costante diffusione delle sigle, che sostituiscono le parole atte a designare entità, luoghi e fenomeni

L’intelligenza artificiale, l’uomo e il dinosauro

Cari amici lettori, da ragazzo e da giovane ho letto innumerevoli libri e racconti di fantascienza catastrofica (quella che oggi chiamiamo distopia) e una delle piaghe della società futura era integrata dalla neolingua, fenomeno che ora è in piena diffusione reale.

Quella che oggi mi interessa è la costante diffusione delle sigle, che sostituiscono le parole atte a designare entità, luoghi e fenomeni, costringendo il lettore a uno sforzo per capire di cosa si sta discutendo Capita a volte di lasciar perdere uno scritto interessante perché non appare chiaro di cosa si tratti. Fenomeno analogo a questo è l’esagerato ricorso a parole di lingua straniera, non a tutti intelligibili, anche se ci sarebbero parole della nostra lingua con il medesimo significato.

Una sigla che per diverso tempo ha respinto la mia attenzione è IA: istituto autonomo, impresa automobilistica, invasione africana o interruzione automatica? Ho compreso infine che si trattava di Intelligenza Artificiale. Un altro argomento tipico delle distrofie, considerevole per il pericolo mortale che l’IA costituisce per l’umanità. È stata appena divulgata, nel momento in cui scrivo, la notizia della crisi determinata nelle borse occidentali dall’arrivo di una nuova scoperta cinese in materia di comunicazione telematica.

La Cina purtroppo è vicina, come non era il Catai al tempo di Marco Polo: ciò appariva chiaro a Mussolini, che parlava di “pericolo giallo” già un secolo fa, quando le gente comune sapeva assai poco di quell’impero asiatico. Oggi sappiamo tutti che dalla Cina arrivano cose sgradevoli, come il Covid creato a Wuhan. Ma il Covid, come la bomba atomica, è una manifestazioni di quella pretesa dell’uomo di sostituire Dio, creando maldestramente cose che, come la Torre di Babele, sono cause di autodistruzione. Pretesa che, in un altro mito contenuto nella Genesi (quello del frutto proibito) avrebbe procurato all’essere umano una morte che prima non esisteva.

Ma un’altra terribile notizia di questa settimana, passata incredibilmente inosservata al grande pubblico, è la creazione, a Shangai, di esseri artificiali in grado di riprodursi. Due macchine, infatti, avrebbero prodotto due “figli” esattamente uguali a loro. Le intelligenze artificiali, che macchine sono, possono già produrre immagini artificiali indistinguibili, per il comune essere umano, dalla realtà. Non è lontano, quindi, il tempo in cui la macchina non avrà più bisogno dell’uomo.

Cosa accadrà allora? Che interesse avrebbero i portatori di intelligenze artificiali a conservare l’uomo come un proprio schiavo? Gli elettrodomestici potrebbero allora trasformarsi in elettroselvatici feroci, che, a differenza dalle belve create da Dio, vivrebbero nelle nostre case e non avrebbero difficoltà a distruggere i loro incauti creatori. Il pericolo delle IA non sarebbe solo quello, già identificato da Papa Francesco, di un divario sempre più immenso fra i potenti e i comuni mortali, ma l’estinzione di entrambe le categorie, alla fine di una impari guerra che gli scrittori di distopie avevano, già un secolo fa, immaginato e descritto. L’uomo ha finora distrutto altre specie umane e animali. Ora rischia di finire come i dinosauri. Sola differenza che quelle innocenti creature non scomparvero per colpa propri. 

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