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IL PUNTO
31 Gennaio 2025 - 08:48
L’approvazione al Bundestag della mozione volta a limitare l’immigrazione in Germania, grazie ai voti di Alternative fur Deutschland (Alternativa per la Germania, AfD) non era da escludere. Se oggi il parlamento trasformerà la mozione in legge, si chiuderanno in parte le frontiere dal 1945 aperte dinanzi agli immigrati ma addirittura spalancate da Angela Merkel. Insopportabile, ormai, l’”invasione”. A testimoniarlo i risultati elettorali, negli Stati Uniti e in Europa. Le cause per lo più indicate nell’aumento della criminalità, del terrorismo, dei costi per l’integrazione(cui si mostra indifferente solo chi è abituato a fare beneficenza con la tasca altrui), la concorrenza per i posti di lavoro e per le abitazioni pubbliche e in fitto a buon mercato. Ma anche l’integrazione che - vedi la Francia - è difficile da raggiungere per quanti professano la versione più estremista della religione islamica o hanno storie nazionali di forte contrasto tra Paese di provenienza e d’accoglienza o sono incapaci di dismettere usanze ed abitudini per gli occidentali inaccettabili. Insomma, c’è ancora strada da percorrere, con soste e tempi d’attesa. È indicativo che la mozione è stata approvata anche grazie all’astensione del nuovo partito di sinistra, Alleanza Sahra Wagenknecht, data l’esiguità dei margini tra i due fronti (348 contro 345),cosa poco riportata dai media. Friedrich Merz, candidato cancelliere dei ‘popolari’ alle elezioni parlamentari che tra due settimane si svolgeranno in Germania, ha accettato i voti di Alternativa per la Germania facendo crollare il secondo “muro di Berlino”, quello contro la destra. Una destra che diventa “neonazista” e retriva soprattutto quando fa comodo agli avversari. I dirigenti di AfD si professano “liberali e liberisti ”. Dichiarano, inoltre, di condividere il giudizio generale del tutto negativo sul nazismo, che considerano una “versione nazionale del comunismo”. E sottolineano come a costruire le fondamenta dell’AfD siano stati politici e intellettuali moderati, centristi e di centrodestra, che non condividevano la politica “aperturista” del cancelliere Merkel. Per quanto riguarda l’accusa d’essere una “destra retriva”, l’AfD ricorda chea capo del partito vi è una donna, lesbica dichiarata,l’economista Alice Elisabeth Weidel.
Friedrich Merz aveva fino all’altra sera giurato che mai e poi mai avrebbe sdoganato la destra. Non ci aveva convinto per un semplice calcolo elettorale: quanti elettori avrebbe perso la ‘confederazione popolare’ Cdu-Csu se la mozione fosse stata bocciata o ritirata per un rifiuto al contagio della destra?... L’importante è l’interesse nazionale, identificato dal vertice dei ‘popolari’ nel freno all’immigrazione indiscriminata. Quasi a ricordare quanto affermò Deng Xiaoping: “Non importa se il gatto è bianco o nero: l'importante è che mangi i topi”. Per Merz l’interesse nazionale comprende anche la riconquista della Cancelleria. E chissà che neppure escluda l’ipotesi di riedificare una maggioranza d’emergenza con i socialdemocratici dell’SpD, una voltaliberatisi di Olaf Scholz.
Le indagini demoscopiche danno Cdu-Csu attorno al 30% delle intenzioni di voto. AfD è al secondo posto con un 20% che potrebbe persino arrivare al 23% ma non scendere al di sotto del 19%. L’Spd attorno al 16%, appaiati forse ai Verdi. Le incognite: i liberali e l’Alleanza Sahra Wagenknecht ... Mancano due settimane all’apertura dei seggi e vedremo se gli istituti demoscopici tedeschi confermeranno la credibilità che in altri Paesi ha invece negli ultimi anni vacillato.
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