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LETTERA DAL PALAZZO

Ma Trump rispolvera la vecchia autarchia

Non c’è nulla di originale nella politica economica avviata da Donal Trump all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca

Ma Trump rispolvera la vecchia autarchia

Non c’è nulla di originale nella politica economica avviata da Donal Trump all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca. Il neopresidente degli Stati Uniti con l’aumento dei dazi non ha fatto altro che rispolverare la vecchia autarchia che presto, secondo il suo aperto annuncio, dovrà essere applicata anche nei confronti degli Stati appartenenti all’Unione europea e, quindi, anche del nostro paese, nonostante le attestazioni di amicizia ad esso rivolte.

Che cos’è l’autarchia? Secondo la Treccani l’autarchia è “la condizione di un paese che mira all’autosufficienza economica nell’obiettivo di produrre sul territorio nazionale beni che consuma o utilizza, limitando annullando gli scambi con l’estero”. Non è un caso che già circoli un elenco di prodotti che utilizziamo in Italia e che potremmo produrre in proprio. Ecco, dunque, che l’aumento dei dazi voluto da Trump serve proprio a questo: a indurre i paesi ai quali si riferisce a rendersi autosufficienti. Non è un bene.

Gli scambi commerciali, infatti, contribuiscono tra l’altro a intensificare il dialogo e quindi la comprensione tra i popoli, premessa indispensabile per favorire la pace. Per questo è sbagliato leggere soltanto in chiave economicistica la questione dei dazi. Si tratta di una questione prevalentemente politica e come tale deve averla considerata lo stesso Trump che è politico troppo esperto per non valutare tutte le conseguenze di ogni suo provvedimento.

Il vero problema per i Paesi che verranno colpiti dalle decisioni di Trump non è dunque quello di mettere a punto misure per renderle inefficaci ma come indurre il presidente statunitense a fare marcia indietro. Due considerazioni. La prima è che, almeno per quel che concerne l’economia, Donald Trump non ha apportato alcuna novità, ma si è limitato a riproporre vecchi schemi che, francamente si ritenevano ornai superati.

La seconda considerazione concerne l’Italia. È noto che il presidente americano riserva alla nostra premier un trattamento privilegiato. Ma la Meloni deve approfittare si questa condizione per aiutare l’intera Unione europea. Sbaglierebbe se volesse approfittarne soltanto per favorire il nostro paese. Ciò la relegherebbe a un ruolo subordinato nei confronti degli Stati Uniti laddove dovrebbe cogliere l’occasione per favorire l’intera Europa e rilanciare così il nostro ruolo nel Continente che, negli ultimi tempi, è andato molto appannandosi. 

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