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Urne e chiese vuote: rilanciare la politica e i valori cristiani

Oggi non trovano più punti di riferimento gli elettori moderati e liberali

Partito cattolico? Ricominciare dal manifesto di Sturzo

La nostra società e la nostra democrazia vedono crescere il preoccupante fenomeno dell’astensionismo con sempre più ampie fasce di popolazione che si allontanano dalla politica e dalle Istituzioni. Nell’ambito di esse, non trovano più punti di riferimento gli elettori moderati e liberali che si riconoscono nella Politica e nei valori del cattolicesimo: Dio, Patria e Famiglia, ma anche sussidarietà e cura dei più fragili. Valori che furono molto ben rappresentati da Don Luigi Sturzo, così come ricorda l’amico Vincenzo D’Anna, nella riflessione affidata alle pagine di questo giornale, ma che, oggi, vengono utilizzati in maniera strumentale solo in campagna elettorale per poi essere puntualmente abbandonati.

La trasformazione dei “Partiti” in “forze politiche monocratiche”, dove uno decide per tutti. Dove uno decide sul chi deve diventare Parlamentare e che lo stesso nella preoccupazione di perdere la poltrona, non svolge il suo ruolo nella libertà di uomo libero vanificando lo stesso ruolo Istituzionale del Parlamento. Sui territori si da vita a liste civiche solo per eleggere “l’Interessato” e il giorno dopo l’elezione si va a cercare il partito più propenso a garantirgli il successivo salto a Roma.I cittadini, così, perdono ogni riferimento e capiscono che l’assente ingiustificato è la Politica e allora preferisce ingrossare le file dell’astensionismo. E non è un caso, infatti, che alle urne vuote corrispondano anche le chiese vuote, così confermando il sostanziale abbandono di quei valori contenuti nella “Dottrina Sociale della Chiesa” e che i cattolici laici trasferivano nella vita sociale e politica.

La stessa Chiesa, dal Vaticano, sembra aver perso quella continuità col pensiero sociale che si è caratterizzata fino al papato di Ratzinger. Eppure quei valori cattolici sono ancora oggi fondamentali per attrarre intere fasce di popolazione, che si sono allontanate dalla politica e dalla stessa società, rilanciano l’anima moderata del nostro Paese e del nostro territorio. Lo ha compreso la Cisl che non solo ha evitato di appiattirsi sulla Cigl e Uil che invece di difendere il mondo del lavoro agiscono solo a sostegno dell’attuale opposizione di centrosinistra, ma ha presentato la proposta di legge per la “Partecipazione”, elemento fondante della democrazia ma anche un segno tangibile di cambiamento del sistema sindacale che risponde ai dettami della nuova socialità.

Con l’approssimarsi delle elezioni si assiste al proliferare di “centristi” e di “centrini” che, sbandierando i valori limitandosi alle citazioni dei Pensieri di Sturzio e di De Gasperi e sono pronti a schierarsi da una lato o dall’altro del campo, non per scelta politica ma per conquistare qualche seggio. Gli elettori non chiedono questo! Io credo che c’è tanta voglia di politica vera, di partecipare. Emerge, sempre più, anche l’esigenza di ripristinare politiche economiche e sociali che non lasciano indietro i più deboli e non penalizzare ulteriormente, quella che era la “classe media”. Bisogna riscoprire e rilanciare le nostre radici cristiani per tirare fuori l’Europa e l’Occidente dall’oscurantismo in cui è caduta. Non è un utopia, si tratta di unire quelle persone libere non disposte a cedere al “pensiero individialista” del capo di turno e condividere il pensiero del senatore D’Anna che più che alle “collocazioni” si può partire dal manifesto di Don Sturzo.

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