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lettera dal palazzo
14 Febbraio 2025 - 10:57
Giorgia Meloni
Per mettere a fuoco la situazione in cui la nostra presidente del Consiglio si trova non possiamo che riservarle l’appellativo di “quella dalle scelte difficili”. Giorgia Meloni, infatti, deve risolvere delle opzioni estremamente complicate dalle quali dipende, in larga parte, il suo futuro politico. Sul piano strettamente interno la Meloni deve affrontare le contraddizioni della sua coalizione, lacerata dai contrasti tra la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Antonio Tajani. Non si tratta soltanto di contrasti di natura contingente, ma di due linee politiche completamente differenti: da un lato l’orientamento liberale dell’erede di Silvio Berlusconi, decisamente europeista, dall’altro quello sovranista del leader della Lega ostile all’Unione europea.
È evidente che per tenere insieme, in una stessa alleanza, due posizioni come queste, che non si possono non definire antitetiche, la Meloni è costretta a fare quotidianamente i salti mortali e se non riuscisse a tenere a bada Salvini e Tajani, dovrebbe, inevitabilmente, dire addio al suo governo. Ancor più grave è la situazione dal punto di vista internazionale dopo l’avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e il forte inasprimento che ne è conseguito nei rapporti tra Usa ed Europa. Trump ha chiaramente dimostrato di voler instaurare, alle spalle dell’Europa, un rapporto privilegiato con il governo italiano e in particolare con la Meloni.
La premier italiana se ne è sentita lusingata come dimostra la mancata adesione al documento contro le sanzioni americane alla Corte penale internazionale dell’Aia, sottoscritto da ben settantanove Paesi. È lecito chiedersi quale scelta farà Giorgia Meloni se, come tutto lascia pensare, le relazioni tra l’Europa e gli Stati Uniti dovessero ulteriormente peggiorare. Qualora continuasse a schierarsi dalla parte di Trump la permanenza dell’Italia nell’UE potrebbe considerarsi esaurita. Una svolta epocale e non positiva.
C’è da augurarsi che non si arrivi a tanto perché, al di là di quelle che possono essere le situazioni temporanee, il nostro Paese fuori dal contesto europeo non conterebbe nulla. Fra l’altro è molto probabile che Forza Italia uscirebbe dalla maggioranza e ciò porterebbe alla fine della coalizione, considerato che Antonio Tajani (non dimentichiamo che è stato presidente del Parlamento europeo) ha fatto dell’europeismo il cavallo di battaglia del suo partito. Come si vede la situazione è tutt’altro che facile e non c’è che da augurarsi che, con l’intelligenza che unanimemente le viene riconosciuta, la Meloni sappia divincolarsi dall’impasse in cui si trova.
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