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LETTERA AI LETTORI
19 Febbraio 2025 - 12:18
Giorgia Meloni
Cari amici lettori, l’articolo undici della Costituzione Italiana, per quanto io ne sappia tuttora vigente, così recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
Fate attenzione, in particolare, a due punti. Il primo e che la guerra è ripudiata non solo come mezzo di conquista, ma anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Il secondo è che l’adesione a organismi sovranazionali è consentita solo se ciò sia necessario a un ordinamento che assicuri la pace. Non possiamo dubitare che il principio costituzionale sia stato violato dai governi italiani.
I bombardamenti di Belgrado nel 1999 (capo del governo era Massimo D’Alema) erano una guerra voluta dalla Nato non per assicurare la pace, ma per intervenire in questioni interne: l’Italia, anziché combattere, sarebbe dovuta uscire da quell’organismo. Oggi la situazione non è diversa: la Nato partecipa alla guerra (di cui, anzi, è prima responsabile) per risolvere una questione internazionale fra due stati a lei estranei.
L’Italia non può parteciparvi e bene ha fatto la Meloni a respingere l’assurdo piano di Macron di mandare truppe in Ucraina. Male, invece, aveva fatto a mandare armi a Zelensky, per compiacere Biden. Ora è tempo di ascoltare Trump e Vance, il quale ultimo ha detto molte verità. Una di queste riguarda la democrazia. Cos’è la democrazia?
Lo dice la parola: governo del popolo. Nella Repubblica Italiana sovrano è il popolo: lo dice la Costituzione. Trump è stato eletto dal popolo, anche Putin è stato eletto dal popolo e alle elezioni hanno partecipato altri candidati. Meloni è stata eletta dal popolo e risulta gradita alla maggioranza degli italiani. Anche Macron è stato eletto dal popolo, ma oggi i partiti che lo sostengono sono in minoranza, vale a dire che il popolo non lo vuole più.
Nessuno ha chiesto ai popoli europei se volessero partecipare alla guerra ucraina; non si può, perché un oceano di no sommergerebbe tutti. Zelensky fu eletto, ma il suo mandato è scaduto da tempo e i suoi possibili competitori sono morti, esiliati o detenuti. Quanto all’Europa, Vance ha detto: “A dicembre la Romania ha annullato i risultati delle elezioni presidenziali sulla base dei deboli sospetti di un'agenzia di intelligence e dell'enorme pressione dei suoi vicini continentali… se una democrazia può essere sabotata da qualche centinaio di migliaia di dollari pagati in pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era particolarmente solida già in partenza”.
Anch’io avevo bollato di antidemocrazia questo fatto su queste pagine nell’articolo dell’undici dicembre u.s. “La fine della civiltà occidentale”. Al contrario, la Commissione europea ha approvato l’operato della magistratura rumena. Il discorso, in sostanza, sarebbe questo (al netto della ridicola scusa della propaganda su Tiktok): non può vincere le elezioni un partito che è contro la democrazia. Ma chi decide se un partito è contro la democrazia? Soltanto il popolo sovrano è legittimato a farlo. Piantiamola, allora, di combattere per la democrazia altrui e pensiamo alla nostra.
Macron & company vogliono mandare i soldati in Russia. Forse l’inquilino dell’Eliseo non ha capito che l’Europa non più nemmeno la potenza sufficiente a difendere se stessa, tanto che è terrorizzata sulla possibile perdita dello scudo americano. Così vuole … conquistare il Donbass!!! Ormai, il re è nudo. Il rimedio non è la creazione di un esercito europeo, perché non dobbiamo conquistare nessuno. Se vogliamo un’Europa seria, per prima cosa dobbiamo farci entrare la Russia. Ho citato già più volte “Il tramonto dell’Occidente”, che oggi pare tutti stiano scoprendo.
Oswald Spengler cominciò a scrivere questo pilastro della letteratura storica moderna prima ancora che finisse la prima guerra mondiale e intuì che in futuro della civiltà occidentale sarebbero rimaste in grado di salvarne i resti solo l’America e la Russia. La guerra fredda finì nel 1991 e già nel 1996 Samuel P. Huntington aveva pubblicato “Lo scontro delle civiltà”, spiegando, in polemica con altri scrittori Usa, che ciò non significava la fine della storia con il predominio degli Usa sul mondo intero, ma il passaggio da un fronte Est Ovest a uno Nord Sud, in cui Usa e Russia insieme si opponessero agli stati musulmani.
Aveva ben ragione Silvio Berlusconi, quando a Pratica di Mare nel 2002 tentò di far entrare la Russia nella Nato, ottenendo che Vladimir Putin e George Bush si stringessero la mano e firmassero un accordo. Ma quest’accordo fu rapidamente mandato in soffitta e Berlusconi squalificato dalle risa franco-tedesche..
Gli “altri” non avevano capito che l’unica via giusta era quella indicata da Berlusconi. Ora ci risiamo. Capiranno che solo Russia e America d’accordo possono condurre la civiltà greco-latina e giudaico-cristiana all’alba di un nuovo giorno? O vogliono che ai nostri nipoti sia imposta la sharia? Quando, signori politici e giornalisti, comincerete a leggere un libro di storia?
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