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L'intervento
21 Febbraio 2025 - 09:09
J.D. Vance alla Conferenza di Monaco
La Conferenza di Monaco sulla sicurezza è stata caratterizzata da un forte strappo tra Unione Europea e Stati Uniti. È sicuramente il dato politico ad oggi più forte nelle relazioni tra il nuovo e il vecchio continente, nella storia degli ultimi ottant’anni.
Si è verificato di tutto e, sicuramente, è solo l’inizio di un approccio radicalmente diverso degli USA nei confronti delle “democrazie”, ma anche delle burocrazie, delle lobbies e dei potentati economico-finanziari europei. Volodymyr Zelensky ha definito «pericolo per il mondo» la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin.
Mossa sbagliata, perché il presidente ucraino non ha nulla da guadagnare dal criticare la volontà americana di giungere a un rapido e concreto negoziato per porre fine a una guerra che l’Ucraina ha già realisticamente perduto. Ursula von der Leyen ha sostenuto un piano di «pace attraverso la forza» per l’Ucraina proprio ora che gli Stati Uniti, invece, preparano un piano di «pace attraverso la diplomazia».
Altro errore incredibile, al di là dell’evidente ossimoro, perché l’Unione Europea non è in grado di dettare la linea del piano di pace in quanto non ha né forza militare né forza politica. E poi c’è il piatto forte: la polemica tra il vicepresidente Usa J.D. Vance e il ministro della difesa tedesco Pistorius, ministro di un governo che oramai non rappresenta più le istanze della stragrande maggioranza dei Tedeschi.
Vance ha criticato come vulnus per la democrazia la censura che in Europa viene di fatto praticata sui social media e l’annullamento, totalmente antidemocratico, delle elezioni presidenziali in Romania per timori di inquinamento del voto da parte di “interferenze straniere”.
«Se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era molto forte fin dall’inizio», ha detto Vance e, oggettivamente e senza forzature, ha detto la pura verità perché si tratta, né più né meno, delle stesse pretestuose e infondate argomentazioni con le quali, in occasione del suo primo mandato presidenziale, fu attaccato Trump per le presunte ingerenze russe contro l’allora sua rivale Hillary Clinton.
Ebbene, Pistorius non ha trovato di meglio da dire che rispondere a Vance e alla sua critica al mondo con cui l’Unione Europea esercita la democrazia adducendo, come dimostrazione di pluralismo, il fatto che a partiti come Allianz fur Deutschland venga «permesso di fare campagna elettorale come qualsiasi altro partito» (ha detto proprio “permesso”, come se in democrazia esista un diritto di veto sulla possibilità di esprimere pacificamente idee non conformi a quelle che si considerano gradite al sistema.
Insomma, una retorica insopportabile perché l’Unione Europea proprio a trazione tedesca ha dimostrato, più volte ,di non essere un campione di democrazia e le elezioni in Romania sono solo l’ultimo scandalo politico che lo conferma. È quindi oramai proprio sotto gli occhi di tutti che L'Europa dei Pistorius e compagnia bella e cantante è assolutamente fuori dal tempo, fuori dal mondo che sta cambiando molto velocemente ed è, per definizione, totalmente divisiva e con un forte deficit di democrazia vera che è cosa ben diversa dalle parole e dalle dichiarazioni di principio fini a se stesse, perché quello che conta sono i fatti e questi, purtroppo, parlano chiaro.
Il Vecchio Continente non ha bisogno di un esercito comunitario o di una moneta unica se non ha principi, valori, punti di riferimento morali ed etici validi e un progetto politico solido che faccia da collante. Tutto questo non c’è e quindi l’Europa come istituzione - quella dei burocrati e delle lobbies finanziare, politiche e culturali - non sa più dove andare, ora che il re è nudo. Ha comunque, però, l’occasione di cambiare e di trovare una sua vera dimensione, senza infingimenti, senza ipocrisie e senza la distorsione della realtà ad uso e consumo di ciò che coloro che ne detengono il controllo ritengono essere il politicamente corretto da praticare senza se e senza ma.
Nel 2025 l’Europa ha l’occasione di rinascere davvero, ma perché la nuova Europa comunitaria, pragmatica e idealista al tempo stesso rinasca, la vecchia Europa demagogica, individualista ed egoista che ben conosciamo deve essere pronta a morire.
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