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L'analisi
21 Febbraio 2025 - 09:17
In una Napoli stremata dalle centinaia di scosse telluriche che da mesi si susseguono notte e giorno, con le attività legate al turismo - prima voce di entrata per l’economia cittadina - già messe in ginocchio a fine dello scorso anno, col calo del 50% dei flussi turistici in arrivo dichiarato a Natale da Federalberghi, continuano a piovere sulla testa di cittadini e imprese migliaia di pignoramenti e fermi amministrativi da parte della società Napoli Obiettivo Valore, incaricata di riscuotere le tasse comunali.
Molte attività ricettive, specie quelle dell’area flegrea - la più colpita ma anche quella che, da Coroglio a Pozzuoli fino a Bacoli, gli scorsi anni aveva ritrovato dinamico slancio in termini di appeal e ricettività - annunciano dinanzi alle telecamere dei TG l’imminente chiusura per la fuga dei turisti, la maggior parte dei quali disdettano le prenotazioni o, se già arrivati, fanno le valigie al primo sussulto del suolo.
Nel frattempo gli esattori incaricati dal Comune esultano dopo l’emendamento al Milleproroghe varato nei giorni scorsi dal Senato per “sanare” le irregolarità con cui finora è avvenuta la riscossione forzata. Napoli Obiettivo Valore, secondo gli avvocati che si sono rivolti alla Suprema Corte, non aveva titolo per eseguire quelle procedure, in quanto non iscritta all’Albo ministeriale dei soggetti abilitati alla riscossione dei tributi locali.
Con il provvedimento approvato a Palazzo Madama lo scorso 12 febbraio si è cercato di aggirare l’ostacolo, ma i legali dei contribuenti, in prima fila i civilisti Angelo Pisani e Michele Di Fiore che difendono centinaia di contribuenti, promettono battaglia. Dopo l’udienza dello scorso 21 gennaio, ora si attende infatti il giudizio della Cassazione sulla legittimità degli atti già emanati da questa società.
La quale nel frattempo, a fronte delle richieste urgenti in autotutela di lavoratori costretti a lasciare l’auto o il furgone a casa per fermi amministrativi tuttora sotto procedura in autotutela, rimasti in attesa di vedere riconosciuto il loro diritto a circolare per lavoro in applicazione di uno specifico provvedimento di legge (il DPR 602/1973 art 86 comma 2), devono attendere fino a 30 giorni per ottenere un appuntamento nella sede di Nov al Centro Direzionale e fino a 60 giorni per una risposta scritta alla richiesta di vedere riconosciuti i propri diritti.
Insomma, come se non bastasse la mazzata dei terremoti a piegare un’economia che dopo decenni stava decollando, ad infliggere il colpo di grazia sono oggi le esecuzioni forzate a raffica di questa compagine dalla dubbia legittimità. Possibile che la politica resti a guardare, impassibile, un disastro di simile portata?
Quanto tempo dovrà passare prima che dovremo contare i danni, constatare le macerie di contesti sociali e produttivi distrutti due volte, prima dal magma ribollente e poi dall’indifferenza delle amministrazioni locali rispetto al “genocidio” economico in atto di imprese e famiglie? Nel 2012, dopo il terremoto dell’Emilia Romagna, furono varate a livello nazionale e locale specifiche tregue tributarie, per dare modo alle popolazioni di cominciare a ricostruire.
Qui da noi, nella zona della caldera, fortunatamente non sono crollati gli edifici, ma stanno morendo una dopo l’altra le imprese e l’occupazione. Non è arrivata l’ora che almeno il Comune di Napoli, se non lo stesso governo Meloni, si diano una mossa, prima che sia troppo tardi?
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