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L'analisi

Omicidio Giulia: nessun rimorso, solo menzogne

Il commento di Teresa Del Prete sull'omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio Giulia: nessun rimorso, solo menzogne

È sconvolgente leggere la ricostruzione dei fatti nelle motivazioni della sentenza dell’ergastolo comminato per l’uccisione di Giulia Tramontano con le aggravanti per averlo commesso ai danni della convivente con premeditazione e crudeltà. In sintesi: Impagnatiello decide di uccidere Giulia a dicembre 2022 quando sa che lei è lei è incinta e, subito, cerca sul web il veleno per topi. Comincia, poi, goccia a goccia, a metterglielo, per lungo tempo, nei pasti tutti i giorni. Lei non si sente bene e lo racconta alla famiglia pensando a disturbi della gravidanza. Dopo qualche mese la giovane donna, sopravvissuta al tentativo di avvelenamento, scopre il castello di bugie del padre di suo figlio e decide diincontrare la donna con cui la tradisce. Le due si parlanoe, riconoscendo la sofferenza una nell’altra, si abbracciano non più come nemiche ma donne tradite dallo stesso uomo. Lui, allora, comprende di non poter portare avanti le sue menzogne e, sentendosi deriso sul posto di lavoro dove si sa che le sue relazioni parallelesono state scoperte, decide di affrettare la fine di suo figlio e della mamma che lo porta in grembo. La sera del 27 maggio, rientrato a casa prepara l’ambiente dove realizzare l’agguato coprendo perfino il divano del salotto. Le giudici, attente alle reazioni di Giulia in quanto madre oltre che donna, hanno affermato che, nel mentre riceveva le coltellate, ha pensato a Thiago chestava morendo insieme a lei e ciò, oltre al dolore fisico,le ha procurato un’ulteriore sofferenza. L’analisi degli ultimi istanti di vita di Giulia risulta inequivocabilmente molto profonda e partecipe dei suoi sentimenti materni negli ultimi istanti di vita. La corte giudicante ha tenuto, inoltre, in debito conto anche il tentativo di Impagniatiello, durante il procedimento, di sminuire la gravità della sua condotta assassina e il fatto di non aver mai mostrato segni di resipiscenza. In pratica il suo estremo narcisismo gli ha suggerito di tentare la mistificazione senza, però, mostrare segni di pentimento. Oltre gli spontanei brividi per l’inossidabile volontà tenuta in sei mesi di eliminare compagna e figlio ciò che colpisce è la freddezza nel coprire il divano per proteggerlo dagli schizzi di sangue che prevedeva durante l’accoltellamento. Mentre cresceva il pancione della compagna è stato narcisisticamente determinato ad ucciderla. Raggiunto lo scopo, con la sua naturale idiozia ha improvvisato la sparizione del corpo e non si è mai pentito. 

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