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La riflessione

È ingorgo di Carnevali tra effimero e “scaccia crisi”

Da oggi è conto alla rovescia per il via all’antica festa, con un’anteprima, variabile secondo i luoghi

È ingorgo di Carnevali tra effimero e “scaccia crisi”

Da oggi è conto alla rovescia per il via all’antica festa del Carnevale, con un’anteprima, variabile secondo i luoghi: sabato 1 marzo, riservata al “guanto di sfida” tra rioni e il seguito - da domenica 2 marzo a martedi 4 - alla tradizionale “tregiorni” dell’evento.

Uno spazio storico di preziosa libertà, di cui la Chiesa ne decise l’apertura a dopo la celebrazione delle Quarantore, la esposizione del Santissimo Sacramento, il tempo, cioè, le ore, che Gesù stette nel sepolcro e la chiusura della festa con le Ceneri e le bibliche ammonitrici parole del Signore:!“Ricordati, Uomo: polvere sei e polvere diventerai”.

Riandando indietro nel tempo, è di rigore ricordare, in questa circostanza, una memorabile poesia carnevalesca: “Quant’è bella giovinezza /Che si fugge tuttavia!/ Chi vuol esser lieto, sia/ di diman non c’è certezza, scritta da Lorenzo il Magnifico per il Carnevale del 1490, per un “refrain” che ha accompagnato innumerevoli generazioni, dall’adolescenza e per tutta la vita.

In passato, ogni qualvolta vi era una festa, si sentiva sempre qualcuno declamarlo ad alta voce. Quasi a voler suggerire qualcosa da tenere bene in mente per affrontare e superare titubanze, timidezze, esitazioni, nel saperla godere intensamente nel modo migliore senz’altri pensieri o rimorsi rispetto all’ordinaria, monotonia della normalità.

Ora nella settimana clou del Carnevale, nell’evocare questa significativa “canzone” di un poeta, mecenate e lungimirante Signore di Firenze, di fronte a una realtà sempre più complessa, più che continuare a dire “del diman non c’ è certezza” oggi meglio sarebbe dire “del presente non c’è certezza” e attrezzarsi per averla.

Purtroppo è tutto diventato incerto dalle piccole alle grandi cose. L’elenco è lungo: il percorso che ogni giorno si fa per raggiungere il posto del lavoro o assolvere altri impegni per gli inevitabili e numerosi intralci in cui ci si condanna a imbattere per negligenze, criticità diffuse, che rendono la vita sempre più complessa.

Il nostro non è un gioco da controcanto narrativo ma un doveroso passaggio per rendersi meglio di tanti intralci: l’ingorgo del traffico, la occupazione dei marciapiedi che restringe le vie, l’apertura di cantieri senza preavviso, la mancanza dei vigili urbani per poterlo davvero disciplinare. È incerto un qualsiasi viaggio intreno o in aereo, perché capita che il giorno prima ti informi per avere la conferma su orari e partenze, che arriva, salvo poi avere l’amara sorpresa in stazione o in aeroporti che i voli e ilresto sono saltati per uno sciopero imprevisto.

Tutto ciò e molto altro ancora scavano dentro e lasciano però il segno - scriveva La Capria - occupano la nostra mente e la tengono in uno stato di continua ansietà anche quando non ce ne rendiamo conto“. Nonc’è giorno in cui nel mondo non accada qualche tragedia. In conclusione tutto questo è deprimente, e sommandosi alle quotidiane difficoltà della vita, che ognuno ha avuto in sorte dai problemi più gravi che non mancano mai, crea infelicità.

Dopo quanto appena detto, il fenomeno della odierna proliferazione dei Carnevali, dai borghi alle grandi città, in tutto il Paese, non èche la naturale reazione a un mondo capovolto, inaffidabile. Il Carnevale è nato da una serie di motivazioni di natura propiziatoria, liberatoria, di rivalsa sociale verso poteri egoisti e insensibili ad ogni appello.

Discende da rituali magici di antiche civiltà, sa mimetizzarsi, far divertire, dimenticare le difficoltà della vita come può, ricorrendo a una serie di rimedi balli, ”ammuina” e tarantella, satira e allegorie per superare i momenti più critici. L’odierno ingorgo di Carnevali è la novità della edizione 2025 con queste premesse e questo spirito, tra effimero e “scaccia crisi” siamo certi che porterà molti benefici. 

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