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Spigolature
25 Febbraio 2025 - 09:00
Con viva apprensione gli occhi del mondo sono concentrati su Donald Trump rientrato alla Casa Bianca (per il secondo mandato e un intervallo di quattro anni), il 20 gennaio scorso. Pochi giorni, ma sufficienti per capire quale tipo di “commedia” politico-folcloristico-umorale si stia recitando con il nuovo inquilino nelle vesti di “mattatore unico”. Nel 1800 il primo presidente-abitatore della imponente dimora fu John Adams. Era talmente compreso e intimorito, che il giorno dopo scrisse alla moglie: ”Prego il cielo di conferire le migliori benedizioni a questa casa e tutto ciò che in seguito la abiterà. Possano solo uomini onesti e saggi governare sotto questo tetto”.
*** DOPO OLTRE DUE SECOLI. Appare un esercizio inutile cercare nelle132 stanze (distribuire su sei piani) della Casa Bianca, tracce del messaggio devozionale di John Adams. Cosa succede oggi? Succede che ogni giorno, rileva Romano Prodi, “capita qualcosa di nuovo e quasi mai si tratta di novità piacevoli. Ci troviamo infatti di fronte ad una vera e propria rivoluzione delle regole democratiche”. Ma quel che più impressiona, direbbe Dante, “è il modo che ancor m’offende”. In sostanza: attacco globale contro le regole della democrazia e della solidarietà internazionale. Il deprimente quadro si completa con un “ormai strettissimo legame con Putin” e “il palese disprezzo nei confronti di Zelensky”. Eppure il presidente dell’Ucraina “fino a poche settimane fa era esaltato dagli Stati Uniti come il simbolo della resistenza democratica contro il totalitarismo”.
*** LE DUE FACCE DI TRUMP. Con la prima, quella del “pacificatore”, ha alimentato speranze. Diceva: ”Appena insediato, parlerò con Putin e finirà questa guerra ridicola, insensata e stupida”. Dopo oltre un mese e un clamoroso nulla di fatto, viene fuori l’altra faccia: il prezzo che l’Ucraina deve pagare in cambio dei dollari (500 miliardi che poco dopo vengono corretti in 350) dati dagli Usa per resistere nella guerra di aggressione in atto, “mentre l’Unione Europea ne ha dati soltanto100”. Trump mette così sul tavolo la richiesta-ricatto delle “terre rare” ricche di materiali di cui l’America ha forte bisogno. Zelensky non ci sta e straccia lo schema abbozzato. Reazione furiosa di Trump: “Zelensky è un dittatore che ha solo il 4 per censo del consenso ucraino; è un comico mediocre, è lui che ha provocato la guerra; Mosca ha conquistato molto territorio e ha le carte in regola per i colloqui di pace. Zelensky non ci dovrà stare”. E per lui già qualcuno pensa a un esilio a Parigi ospite di Emmanuel Macron. Peraltro, il presidente ucraino non manca di dirsi pronto a compiere un passo indietro in cambio, però, dell’ingresso del suo Paese nell’Unione Europea e nella Nato.
*** STENTATAMENTE RICOMPARE L’EUROPA. Difende Zelensky sostenuto dal 57 per cento degli ucraini (stessa percentuale di Trump in America). Da Monaco a Parigi a Riad in Arabia Saudita si discute sull’invio di truppe europee sul campo in difesa di Kiev. Si vara un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia (sedicesimo per tre miliardi e mezzo), mentre i vertici dell’Unione Europea - il Presidente del Consiglio Antonio Costa e la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen-- sono a Kiev per esprimere immutata solidarietà. Si cerca di ristabilire la verità: Zelensky è l’eroe, Putin il dittatore che ha criminalmente aggredito. A loro volta Il presidente Macron e il premier inglese Kair Storme cercano di far capire a Washington che l’avvenire dell’Ucraina non può esserci senza l’Europa. Per l’Italia la voce di Giorgia Meloni alla kermesse Maga dei Conservatori americani: “Non c’è Occidente senza America, ma soprattutto senza Commissione europea”. Si esprime fiducia che “Trump, leader forte”, non abbandonerà l’Europa e che l’Ucraina, massacrata dalla Russia, “può contare su una pace giusta”.
*** LA PRESENZA DELL’ITALIA. Con voce ferma, dal Montenegro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Da 3 anni la posizione dell’Italia è nitida e sempre espressa ai numerosi interlocutori internazionali: una posizione limpida e chiarissima con l’invito del ristabilimento del Diritto internazionale e della sovranità di ogni Stato, della sua indipendenza e dignità qualunque ne sia la dimensione piccola o grande”. La Carta dell’Onu resta la base del sostegno che l’Italia, insieme con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, ha assicurato all’Ucraina: resistere alla violenza delle armi. Poi l’auspicio del Presidente Mattarella: ”“La Russia torni a svolgere il proprio ruolo, di grande rilievo e importanza, nella comunità internazionale”.
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