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L'intervento
01 Marzo 2025 - 09:12
Napoli, qualche giorno fa, zona piazza Amedeo. Due ragazzi in motorino mi affiancano. Per un attimo temo il peggio, do un occhio alla borsa, mi sembra di rivivere situazioni confinate nella memoria di un lontano passato. Ma no, non è uno scippo. Con stupore, mi accorgo che il ragazzo seduto dietro, con un sorriso, mi tende il mio portafogli. Che ci fa nelle sue mani? Ma è chiaro, l’ho perso e i due baldi giovanotti mi hanno inseguito per restituirmelo! Li ringrazio farfugliando qualche parola, sono ancora esterrefatta, pensando alla leggerezza commessa: un oggetto così importante, per i documenti prima ancora che per il denaro, lasciato cadere senza accorgermene. Sono tornata sola, con il mio portafogli e tirando un grosso sospiro di sollievo. Metabolizzo l’accaduto. La Napoli degli scippi sta davvero tramontando. Dalle vespe che sfrecciano per sottrarti il malloppo, siamo passati ai motorini da soccorso immediato.
La criminalità purtroppo c’è ancora, ma i dati dicono che furti, rapine e omicidi sono in diminuzione. Non si può fare di tutta l’erba un fascio, naturalmente, così come un episodio da libro Cuore non può assurgere a regola assoluta. Mi viene in mente una vicenda simile vissuta da un amico di mio padre qualche decennio fa, in una traversa di corso Secondigliano. Come me, aveva perso qualcosa, un borsello, anche qui con soldi e tutto il resto. Stavolta però non ci furono inseguimenti, fu subito avvertito da un vecchietto che aveva appena sorpassato e che lo ammonì: “È come aver perso vostra moglie mentre l’avevate sotto braccio”. Le brave persone, fortunatamente, ci sono sempre state.
Eppure, voglio illudermi che la mia piccola storia a lieto fine possa davvero essere il segno di un processo di crescita civica e culturale del territorio. Del resto, se non fosse così, se la gentilezza e lo spirito di accoglienza non avessero fatto passi in avanti considerevoli nella capitale del Sud, difficilmente ci sarebbe stato l’incremento esponenziale dei flussi turistici registrato in questi anni. Perfino nel cosiddetto popolino, tra folclore e perdurante volgarità, si nota una crescente presenza di giovani determinati a emergere, che si esprimono molto meglio di come facessero i loro coetanei del secolo scorso, e puntano a inserirsi nella società del lavoro, evitando strade pericolose e autodistruttive che ancora allettano tanti altri ragazzi. L’auspicio è che i giovani, con o senza motorino, ci restituiscano una Napoli migliore.
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