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Spigolature
04 Marzo 2025 - 09:03
La “bella addormentata” (sonno troppo lungo per chi ha una voce primaria quanto a destini internazionali) si riscuote, si guarda intorno, emette un respiro che va lontano. Prende iniziative che possono contrastare prepotenze o forze muscolari dotate di eserciti massacratori, pretendenti di stravolgere, con aggressioni tutti i diritti internazionali. Qualcosa di questo “risveglio” arriva anche a Trump e al suo comportamento schizofrenico così cedevole all’attrazione fascinosa verso Putin e duro nell’avversione verso l’Ucraina, l’Europa e la civiltà occidentale.
Nei primi giorni in cui si parlò di un tavolo per la pace, c’erano solo due sedie, per Trump e Putin (o suo fiduciario).”Vengo anch’io” fece sapere Zelensky (ricordando una canzone-canzonatoria datata 1968 di Enzo Jannacci. ”No, tu no”, risposero i due implacabili decisori supremi. ”E perché no?”, fu chiesto. ”Perché no”, l’imperiosa e glaciale risposta. Nello studio ovale della Casa Bianca si sono ritrovati Zelensky, Trump e il suo vice Vance.
Un invito-agguato per massacrare in Mondovisione il presidente ucraino, fagli capire che a loro di lui e del suo popolo non gliene importa niente: metta sul tavolo le “terre rare” e torni da loro quando è pronto per la pace che dovrà essere una resa senza condizioni. Solo così Putin potrà smettere di devastare a tappeto il territorio ucraino.
* UNA RESISTENZA CHE VALE PER TUTTI. L’Europa è sconvolta. Nessuno dei 27 Stati della Commissione si sarebbe aspettato un voltafaccia americano così plateale e tragico insieme. Prende l’iniziativa per salvare in extremis il salvabile facendo da ponte, la premier Giorgia Meloni. Propone un summit tra Nato, Stati Uniti d’America e Stati uniti d’Europa. Vengono così ribaditi i sostegni a Kiev anche dall’Inghilterra (che stia maturando il tempo per il superamento della Brexit e il rientro nell’Unione?).
Dopo il vertice di Londra, il premier Keir Starmer ha incalzatoTrump alla Casa Bianca (con un invito di re Carlo a visitare l’Inghilterra), chiedendogli di uscire dagli insopportabili equivoci (richiamando alla nostra mente un detto americano secondo cui “prima o poi un uomo che indossa due facce, dimentica qual è quella vera”). Il presidente francese Macron aveva fatto invece notare, al di là dei rapporti diplomatici, che non si può essere “sfuggenti a vita” sulla necessità di assicurare all’Ucraina una pace “giusta e concordata” e che a questo fine “deve concorrere responsabilmente anche l’America”.
Con le nuove elezioni in Germania Cdu, Csu, Spd (Cristiani democratici e cristiani sociali) arrivano al 45 per cento. Il nuovo cancelliere Friedrich Merz pensa ora di poter comporre il Governo al più presto su una linea di intransigente condanna della Russia. In sostanza, per troppo tempo l’Europa era stata troppo in silenzio.
* PROBLEMA PER GIORGIA MELONI. Che si stiano esaurendo la “ luna di miele” e le molto cordiali accoglienze riservate a lei nei più importanti congressi e incontri internazionali? Fin dove può arrivare la sua “fiduciosa attenzione” riservata a Trump, Elon Musk e vicepresidente JD Vance? (tre personaggi che mettono insieme una massa di ricchezza pari a 454 miliardi di dollari). La questione delle “terre rare” non vale più di per sé. Trump gioca al rialzo e pretende di avere a sua disposizione tutti i territori ucraini contenenti nel sottosuolo i materiali che servono all’America.
È guerra commerciale con l’Unione europea nata per “truffare gli Stati Uniti, ma ora ci sono io a mettere le cose a posto”, tuona Trump nelle vesti di un “Capitan Fracassa” versione americana. Si comincia con il dazio del 25 per cento su tutto ciò che viene esportato in America (merci e prodotti, specie auto). I rischi che corre l’Italia? Di non poco conto. ”E’ un’ora buia”, afferma il presidente di Confindustria Emanuele Orsini.
“Catastrofica la previsione per il nostro export, un cambio di paradigmainaspettato e incredibile, rischi in vista per imprese e lavoro valori fondanti delle democrazie occidentali”. L’allarme della Svimez: per l’Italia i dazi avrebbero un impatto di 3,8 miliardi sul Pil; il Sud soffrirebbe molto per tutto il settore delle esportazioni.
* IN CAMPO LA STRANA COPPIA. Pioggia di no all’Ucraina: niente Nato ripete Putin; no alla difesa della integrità territoriale fa da eco Trump; no all’ingresso nell’Unione europea, si accoda Orban. Giovedì prossimo a Bruxelles Consiglio europeo straordinario. I 27 Paesi che formalmente stanno insieme, ma sostanzialmente divisi su punti di rilievo come sicurezza, autonomia e indipendenza, sapranno trovare l’unità sui punti qualificanti?
Il rischio - ammonisce Giovanni Castellaneta - è quello di fare la fine dei manzoniani capponi di Renzo che invece di far fronte comune, si beccano tra loro mentre vanno incontro alla propria fine. Per rassicurare la premier italiana, sarà sufficiente l’atteggiamento “amichevole e bonario” di quando, rivolto a lei, Trump la definiva “grande leader”, aggiungendo che “l’Italia è un alleato importante”. Nelle commedie eduardiane è ricorrente la certezza che non sempre “le bugie hanno le gambe lunghe”.
* DIFENDERE LA VERITÀ DEI FATTI. Di fronte al confusionismo trumpiano e alla criminale demagogia putiniana, sempre più necessarie appaiono le messe a punto da parte del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A tre anni dalla brutale aggressione compiuta dalla Federazione Russa - è il pensiero del Quirinale - vanno ribadite vicinanza e solidarietà alla coraggiosa resistenza dell’Ucraina in difesa della propria indipendenza e della libertà delle sue scelte nazionali”.
Dopo la violazione dei Diritti internazionali e la devastazione violentemente perseguita, le due parti “debbono definire una pace giusta, in linea coi principi dell’Onu, garantita da efficaci misure di sicurezza che la rendano effettiva e definitiva”.
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