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CARTE DA VIAGGIO

La notte degli Oscar mentre ci lascia la Giorgi

Se ne va una diva del cinema italiano con la sua bellezza radiosa e quel sorriso che non sarà facile dimenticare

La notte degli Oscar mentre ci lascia la Giorgi

Eleonora Giorgi

La notte degli Oscar con la voracità delle sue passioni ridimensiona ulteriormente l’Italia del cinema. Nessuna statuetta per il Belpaese, Isabella Rossellini, l’unica in nomination, è rimasta ai margini, mentre “Conclave“, che godeva di qualche vena tricolore, ha trovato scarsa attenzione.

Un risultato, per molti versi, prevedibile che conferma i limiti della nostra attuale cinematografia, afflitta da restrizioni economiche e strutturali piuttosto evidenti. In chiave mondiale, a Los Angeles, emerge anche la logica del disimpegno sociale e politico. Le pellicole non fanno più pensare. Nonostante il Globo si arricchisca di conflitti, di tensioni, di una lunga scia di sangue, di nuovi, drammatici equilibri, il problema sembra bypassare le sale cinematografiche. Unica eccezione, il documentario “No other Land“, frutto di un collettivo israelo – palestinese.

Orgogliosamente, dal palco, gli autori hanno criticato la politica estera degli Stati Uniti. Scontato il diniego di tutti gli operatori americani nel distribuire il film. Lacrime, poi, per Gene Hackman, scomparso con la moglie a Santa Fè, nel New Mexico nei giorni scorsi. Commosso il tributo dell’ amico Morgan Freeman che ha rispolverato il taccuino dei ricordi per ricordare le due splendide pellicole che li hanno visti protagonisti: “Gli spietati“ ed “Under Suspicion“.

Ma il cursore critico si è spostato ieri anche in Italia per ricordare la scomparsa di Eleonora Giorgi. C’era pessimismo sul suo stato di salute, era malata da tempo ma ha lottato sino alla fine con grande dignità. È stata un’autentica protagonista della nuova commedia all’ italiana, ritagliandosi ruoli straordinari e imprevedibili.

Da Fellini, dove recitò da comparsa in “Roma“, fino a Lattuada, Montaldo, Damiani, Dario Argento e Liliana Cavani. Mentre Verdone ne fece la sua musa nel mitico “Borotalco“ e in “Compagni di scuola“. I suoi fermenti creativi si sono mossi liberi tra l’impegno e l’umorismo, decorando una carriera oggettivamente unica ed insolita. Se ne va una diva del cinema italiano con la sua bellezza radiosa e quel sorriso che non sarà facile dimenticare.

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