Cerca

La riflessione

Il “Modello Caivano” dov’è finito? Resta solo il dolore

La risposta dei tanti abitanti della zona: tutto fumo e passerelle elettorali

Il “Modello Caivano” dov’è finito? Resta solo il dolore

Che fine ha fatto il presunto “Modello Caivano”? Qualcuno sa dirci se qualcosa è effettivamente cambiato dentro le miserie sociali, umane e morali del Parco Verde, dove due bambini di 3 e 7 anni, prima Antonio e poi Fortuna, più volte abusata, venivano buttati giù da un palazzone di 8 piani come fossero marionette, schiantandosi al suolo? La risposta la danno alcuni dei tanti abitanti della zona delusi, amareggiati dalle promesse del governo sbandierate come la palingenesi di un luogo simbolo della più esecrabile violenza, che doveva diventare un’amena prateria.

Tutto fumo, passerelle elettorali, gridano oggi, dopo che un giovane disoccupato del paese si è tolto la vita per la notifica di uno sfratto. Ciro aveva solo 31 anni, un animo gentile. Il lavoro, che a Caivano non c’è mai stato, continua a non esserci, anche dopo i mirabolanti annunci degli inviati di Palazzo Chigi. Zero studenti nella nuova sede universitaria. Parco sportivo off limits per le associazioni locali. Negozi sbarrati. Ed un tasso di dispersione scolastica tuttora fra i più alti d’Italia. Rimasto senza lavoro, intento a sbarcare ogni giorno il lunario, mercoledì 26 febbraio Ciro si vede recapitare una sentenza di sfratto esecutivo per morosità. Apre la porta di casa all’ufficiale giudiziario, una donna. Le prepara un caffè, poi dice: “vado un attimo in bagno”. Si chiude in camera da letto e s’impicca.

Quando lo Stato bussa alla tua porta, non puoi fare altro che dargliela vinta, a questa vita di disperazione, ad una collettività nazionale che da te sa solo pretendere, senza darti in cambio nulla. Questo deve aver pensato Ciro. E come lui deve averlo pensato a marzo 2023 quel falegname di Marano, padre di famiglia, scegliendo la stessa, tragica fine quando arrivò la polizia locale ed appose i sigilli al suo piccolo opificio per presunte violazioni urbanistiche. Andateci piano! Attenti a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti!

Questo vien da dire a un governo che in queste ore vara gli ennesimi “bonus bollette una tantum”, ritenendo così di liquidare l’impennata da brividi dei prezzi dell’energia che condizionano la vita di aziende, piccole imprese, famiglie, individui. I bonus, che fra l’altro comportano autentici vortici burocratici per dimostrare di averne diritto, non sono la soluzione se vengono calati come cadeaux nelle aree più disgraziate del Paese, senza un progetto vero di risanamento strutturale, in grado di dare i suoi frutti, soprattutto in termini occupazionali, in tempi brevi. Non fra 10 anni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori