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lettera al direttore
06 Marzo 2025 - 09:20
Gentile Direttore, gli accadimenti internazionali di questi giorni con la tragicomica visione in diretta della visita e il colloquio tra il presidente dell’Ucraina Zelensky e il presidente degli Usa Trump hanno dato la stura a tante interpretazioni. Mi sono permesso di appellare “tragicomica” la scena, perché mi è parso ad un certo punto che l’esito dell’incontro fosse già scontato e tutto l’apparato preparato per un incontro che in ogni circostanza e in ogni sede diplomatica si svolge di regola preliminarmente nella stanza discreta del presidente ospitante, nel caso specifico è stato offerto in diretta ai mass-media mondiali, per offrire al mondo la “forza muscolare” del presidente della potenza più forte, nello stile trumpiano che abbiamo imparato a conoscere.
D’altronde, le cronache di queste ultime ore che registrano l’obbligata acquiescenza del presidente Ucraino al diktat di Trump sono la plastica dimostrazione che da che mondo è mondo la forza bruta ha avuto sempre il sopravvento su quella morale. Finanche il nostro Cristo fu prima flagellato e poi messo sulla croce per un’agonia e morte tra le più atroci, solo perché si era “permesso” di predicare la pace tra gli uomini e le Nazioni, parlando anche di eguaglianza tra tutti gli esseri viventi. A mia memoria storica ricordo solo il grande Mahatma Gandhi che portò l’India all’indipendenza dagli inglesi, predicando l’ahimsa (non violenza, amore). Anche lui, però, si “piegò”, appoggiando le due guerre britanniche in Sudafrica, e il momento storico fu favorevole alle diverse rivoluzioni culturali che impregnarono il novecento.
Venendo a noi, la situazione dell’Ucraina, destinata ad un destino di non autodeterminazione, ma di “spartizione”, a seconda della volontà e convenienza della Russia e degli Stati Uniti, e la chiara volontà dello stesso Trump di “ mollare” l’Europa, ha scoperto finalmente la pentola dove erano racchiuse tutte le ipocrisie della vecchia Europa, protagonista assoluta nei secoli trascorsi, oggi ridotta a mera “espressione geografica”, come avrebbe detto un novello cancelliere Metternich. Abbiamo “scoperto” di non avere un Esercito comune; una politica estera comune; un rapporto di forze con le altre grandi potenzebasato su eguali deterrenze. E, così, abbiamo assistito, impotenti, che una Nazione invasa e martoriata come l’Ucraina , nel cuore della “nostra” Europa sia “merce di scambio” tra due Nazioni, l’una, gli Stati Uniti che di Europa non vogliono più saperne, divise anche fisicamente da un grande Oceano, come ha detto lo stesso Presidente Zelensky, l’altra, la Russia, che pur stando geograficamente più verso l’Europa, che verso l’Asia, considera le nostre Nazioni e i nostri popoli occidentali in caduta libera, per decadenza morale, intellettuale, religiosa.
Le conquiste di civiltà compiute, come ad es. il divorzio, l’aborto, la parità assoluta tra uomo e donna, la fine vita assistita, per lo zar Putin e il suo sodale Patriarca Kirill, sono peccati e sintomi di totale decadenza, che impongono l’obbligo morale a Nazioni come la Russia, “integra e virtuosa”, di intervenire a tutela della preservazione di un mondo virtuoso e integro moralmente. Non vorrei essere un facile “profeta”, ma temo che la capitolazione dell’Ucraina sarà l’inizio di una “normalizzazione” delle nostre vere Democrazie verso il sistema dei regimi autocratici. In tutto questo marasma, infine, non possono che far sorridere ( o preoccupare seriamente) i dibattiti cui si assiste ogni sera nei vari talk-show televisivi.
Assistere, infatti, alle diatribe, con relativi alzi di toni vocali, tra i politici, gli opinionisti, gli stessi giornalisti che dibattono sulle guerre o sul nostro ruolo nel mondo fa sorridere o raccapricciare, perché la domanda che mi pongo è sempre la stessa: ma questi “illustri” personaggi hanno capito che noi non siamo nemmeno più un’”espressione geografica”, e se lo sanno e fanno finta di dibattere sul nulla, pensano che i cittadini che sono quasi costretti ad ascoltarli, per l’occupazione contemporanea di ogni canale televisivo sulla stessa materia, sono ancora quelli non affrancati dall’analfabetismo? “ O tempora, o mores”, avrebbe detto il sommo Cicerone!
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