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La riflessione
09 Marzo 2025 - 09:11
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi
È conto alla rovescia. Martedì 25 marzo, al teatro San Carlo, con la proiezione della commedia di Eduardo De Filippo “Napoli Milionaria”, che qui debuttò 80 anni fa, si apre ufficialmente il programma delle manifestazioni celebrative per la fondazione della città di Napoli scelto dal Comitato Comunale. In attesa del programma del Comitato di Governo, non ancora reso noto, c’è subito da dire che non poteva esservi scelta più giusta, coerente e significativa del Massimo per onorare “natali” cosi importanti. Il San Carlo testimonia, rappresenta la civiltà della Napoli del Settecento e oltre, meta di viaggiatori, dia risti di varia provenienza al centro di incondizionata ammirazione.
Dove vi fu un diffuso straordinario fervore in ogni campo. Merito di Carlo III di Borbone un sovrano illuminato. Non v’è “reportage” di viaggio che non ne esalti la vita festosa, piacevole, di un particolare tratto distintivo tra miti, paesaggi unici e classicità. Con il ripristino dell’originario splendore della Reggia, in precedenza spogliata dagli usurpatori austriaci, il re trasformò la città, l’abbellì, la rese una grande capitale indipendente dalla madrepatria Spagna.
Sostenuto, giova ricordarlo, da “studiosi e pensatori”, da lui scelti e passati alla storia come “i riformatori napoletani” che diedero “illuminati” contributi in ogni campo - economia, giustizia, agricoltura finanche nella libertà di stampa. “Carlo III, in venticinque anni - scrive Harold Acton - trasformò talmente Napoli da farla diventare una delle più belle capitali d’Europa. Al suo arrivo la popolazione era di 270mila abitanti, con censimento del 1742 era arrivata a 300mila. La stravaganza della sua corte, che spendeva tre volte più quella di Torino, non era andata sprecata.
Le rendite statali erano quasi raddoppiate e le tasse diminuite. Accanto a un inventario di primati così esaltanti e riconosciuti, è ammirevole il tributo d’affetto e di grato pensiero, riservato dal Comitato Comunale Napoli 2500 alla Napoli dolente, ferita dalla guerra e da un dopoguerra tra i più difficili. L’opera Napoli Milionaria, riproposta per questo compleanno straordinario, fissa per sempre il dramma vissuto da una città e ricorda che nessuna cosa, che abbia una volta avuto valore per i viventi, può essere dimenticata.
Nella città che stupisce sempre, c’è però un piccolo giallo, “tenue, camosciato” come il colore chiamato giallo Napoli. Venerdì 28 febbraio, nella presentazione dei 2500 eventi selezionati dal Comitato Comunale per celebrare la fondazione della città di Napoli, il sindaco Manfredi ha detto che essa “fu opera di un gruppo di emigranti in fuga dalle guerre che distruggevano la loro terra, perché la nostra è una storia complessa che include il dolore”. Parole sincere, nessuno ne dubita, riflettenti però quel discorso su Napoli, da “circolo vizioso”, prigioniero di luoghi comuni, di pittoreschi stereotipi sul tipo di: “napoletano = emigrante”. “Siete napoletano?”. “Sì! Ma non emigrante!”. Nel segno di un’equazione che Massimo Troisi stroncò con umorismo, ironia e comicità ineguagliabili.
Il “mezzo giallo Napoli” in questa circostanza riguarda la versione del sindaco Manfredi sui fondatori della città, diversa da quella riportata oggi dal sito ufficiale del Comune di Napoli. Dove si legge: “La sua storia è ormai provata, la prima colonizzazione del territorio risale al IX a.C., quasi 3000 anni fa quando "mercanti e viaggiatori anatolici e achei si affacciarono nel golfo per dirigersi verso gli empori minerari dell'alto Tirreno” e fondarono Partenope nell'area che include l'isolotto di Megaride (l'attuale Castel dell'Ovo) e il promontorio di Monte Echia (l'odierna Monte di Dio).
Dopo due comitati ad hoc, scongiuriamo, per carità, di dover ricorrere a una “cabina di regia” per disinnescare queste veniali distrazioni. Che tempi belli quando il napoletanissimo professore Alessandro Cutolo, primo autentico divulgatore culturale della Rai, tra fine anni Cinquanta e Sessanta, nella popolarissima rubrica “Una risposta per voi”, aveva sempre una credibile e appagante verità storica da donarci. Che avrebbe detto oggi? Il napoletano è inafferrabile, mettetevi l’anima in pace, sfugge a qualsiasi formula.
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