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LETTERA DAL PALAZZO
14 Marzo 2025 - 09:14
La settimana scorsa chiudemmo il nostro articolo chiedendoci con chi l’eventuale partito di centro d’ispirazione cattolica potrebbe allearsi: con il centrodestra o con il centrosinistra? La domanda era probabilmente sbagliata perché in realtà il centro non punta ad allearsi né con l’una né con l’altra coalizione, riservandosi di dare il proprio appoggio, indipendentemente dalla sua provenienza, alla proposta che ritiene più in linea con i propri convincimenti e con i propri principi.
Ciò configura una sorta di rivoluzione copernicana del nostro sistema politico che finora a si è basato sulla contrapposizione tra lo schieramento di maggioranza e quello di minoranza. Se il piano dei moderati di centro sponsorizzati dal Vaticano dovesse realizzarsi troverebbe concreta attuazione la regola enunciata a suo tempo dal vecchio Pietro Nenni secondo cui “la politica cammina sulle gambe degli uomini”. Si rivaluterebbe in tal modo il ruolo del singolo parlamentare sinora prigioniero dei vincoli di parti, cosa peraltro non conforme al dettato costituzionale.
Potremmo essere dunque in presenza di una svolta radicale che sarebbe giustificata, oltre tutto, dal basso livello al quale sono giunti i partiti. E qui ci sia consentito di spezzare una lancia in favore della tanto vituperata Prima repubblica che, pur piena di indiscutibili difetti, esprimeva comunque partiti degni di questo nome. Si dirà che i partiti erano, allora, sostenuti da una ideologia che ora non c’è più. È vero.
Ma le ideologie facevano in ogni caso riferimento a uomini politici in grado di dar loro applicazione. E anche questi uomini politici purtroppo – è inutile nasconderselo - non esistono più. I tempi sono maturi per una profonda modifica del sistema. Il merito principale del costituendo partito di centro sarebbe proprio quello di rendersi conto che questa modifica non è più procrastinabile. Tuttavia affinché la riforma sia attuata molte condizioni devono ancora verificarsi e essenziale la sponsorizzazione del Vaticano alla quale abbiamo fatto riferimento.
Va però tenuto conto che i tempi del Vaticano sono molto più lunghi di quelli della politica. Il Vaticano, peraltro, sembra essersi reso conto che destra e sinistra, almeno come sino ad ora le abbiamo considerate, sono ormai superate e non rispondono più alle alle esigenze di una società in rapido cambiamento come la nostra.
Molto dipenderà, quindi, dall’assetto prossimo venturo della Santa Sede. È inutile stupirsi, perciò, di un rallentamento che è nell’ordine naturale delle cose. Aspettiamo con pazienza, consapevoli, però che la svolta non potrà non avvenire.
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