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la riflessione

“Una colmata sul mare, il nostro disco che suona”

Riparte da qui la “Bagnoli del futuro sicuro”

“Una colmata sul mare, il nostro disco che suona”

In un mondo in cui è tutto messo in discussione, riesce difficile anche trovare gli aggettivi più appropriati per definire l’importanza di un grande progetto, arenatosi sul nascere per una serie di criticità di varia natura e ora definitivamente rilanciato. Archiviata la sfortunata “Bagnoli Fu-tura”, parliamo della “Bagnoli del futuro” che finalmente, dopo anni di diatribe, inconcludenza programmatica, di gialli e di misteri, più bonifici che bonifiche, si avvia verso una ottimale realizzazione con la piena intesa dei soggetti in campo e una visione del nuovo nel totale rispetto dell’ambiente e di tutte le compatibilità. Ma soprattutto nella consapevolezza di veder sorgere qui dov’era l’Italsider, un’opera attrattiva da snodo epocale, tra un prima di incertezze e un dopo tra i più competitivi, avvincenti e gratificanti, che si possa immaginare. Lo meritano la città, tutti coloro che hanno creduto in questa impresa.

È importante ora guardare avanti e avere la barra diritta seguendo un rigido crono programma, non lasciarsi tentare o irretire da logore polemiche o inutili rinfacci su cui l’opinione pubblica si è già espressa e ha dato il suo giudizio. Mercoledi scorso è una data da ricordare, non solo nella storia amministrava della città ma anche in quella civile parallela, per l’incontro decisivo a Roma tra il ministro Foti per gli Affari europei , il Pnrr, le politiche di coesione e il sindaco Manfredi, in cui è venuto il sì definitivo al piano per la bonifica dell’area marina di Bagnoli-Coroglio. Queste due figure istituzionali, un ministro del governo di centrodestra e il sindaco di Napoli, espressione di un’altra coalizione, unite dal comune interesse superiore, hanno dimostrato che, quando si è animati da buona volontà, cadono tutti gli ostacoli e a contare sono soltanto gli obiettivi comuni. In questa circostanza racchiusi in più ampio quadro di recupero di una zona, finora preclusa alla cittadinanza, rispettoso delle necessarie condizioni di sicurezza ambientali e sanitarie.

In cui si è anche saputo guardare oltre, con molta lungimiranza, alla individuazione di scelte per la mitigazione del rischio sismico e bradisismico. Oggi potrà apparire enfatico dire grazie per quanto fatto e condiviso, ma non c’è termine più giusto di questo per essere grati al governo di centrodestra, sempre a favore della nostra città e al pragmatismo del sindaco di Napoli, fuori da logiche anguste e da anacronistici velleitarismi. Che, nel passato, hanno condannato Bagnoli a marcire. Per ironia della sorte la “colmata”, il suo destino, motivo di discordia e anche di pretestuosi puntigli tra chi mirava a smantellarla, a trasferirla altrove, per mare, addirittura a Piombino con rischi notevoli; chi a tenerla così in loco, con le necessarie cautele, è diventata centrale.

Riparte da qui la “Bagnoli del futuro sicuro”, con stabilimenti, servizi alla balneazione, una piazza a mare, passeggiata sui pontili, strutture sportive e per la ristorazione nel segno delle originarie vocazioni dei luoghi. Il meglio che si potesse attendere. Destinata a scomparire, la “colmata” si riprende alla grande la scena progettuale, mondana, turistica e balneare. Parafrasando un romantico lontano motivo di successo degli anni Sessanta, cavallo di battaglia di Fred Bongusto, non stona poter canticchiare, nel guardare al futuro con fondato ottimismo e un po’ di leggerezza dopo tanta indignazione: “Una colmata sul mare / Il nostro disco che suona…”

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