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la riflessione
16 Marzo 2025 - 10:28
In un mondo in cui è tutto messo in discussione, riesce difficile anche trovare gli aggettivi più appropriati per definire l’importanza di un grande progetto, arenatosi sul nascere per una serie di criticità di varia natura e ora definitivamente rilanciato. Archiviata la sfortunata “Bagnoli Fu-tura”, parliamo della “Bagnoli del futuro” che finalmente, dopo anni di diatribe, inconcludenza programmatica, di gialli e di misteri, più bonifici che bonifiche, si avvia verso una ottimale realizzazione con la piena intesa dei soggetti in campo e una visione del nuovo nel totale rispetto dell’ambiente e di tutte le compatibilità. Ma soprattutto nella consapevolezza di veder sorgere qui dov’era l’Italsider, un’opera attrattiva da snodo epocale, tra un prima di incertezze e un dopo tra i più competitivi, avvincenti e gratificanti, che si possa immaginare. Lo meritano la città, tutti coloro che hanno creduto in questa impresa.
È importante ora guardare avanti e avere la barra diritta seguendo un rigido crono programma, non lasciarsi tentare o irretire da logore polemiche o inutili rinfacci su cui l’opinione pubblica si è già espressa e ha dato il suo giudizio. Mercoledi scorso è una data da ricordare, non solo nella storia amministrava della città ma anche in quella civile parallela, per l’incontro decisivo a Roma tra il ministro Foti per gli Affari europei , il Pnrr, le politiche di coesione e il sindaco Manfredi, in cui è venuto il sì definitivo al piano per la bonifica dell’area marina di Bagnoli-Coroglio. Queste due figure istituzionali, un ministro del governo di centrodestra e il sindaco di Napoli, espressione di un’altra coalizione, unite dal comune interesse superiore, hanno dimostrato che, quando si è animati da buona volontà, cadono tutti gli ostacoli e a contare sono soltanto gli obiettivi comuni. In questa circostanza racchiusi in più ampio quadro di recupero di una zona, finora preclusa alla cittadinanza, rispettoso delle necessarie condizioni di sicurezza ambientali e sanitarie.
In cui si è anche saputo guardare oltre, con molta lungimiranza, alla individuazione di scelte per la mitigazione del rischio sismico e bradisismico. Oggi potrà apparire enfatico dire grazie per quanto fatto e condiviso, ma non c’è termine più giusto di questo per essere grati al governo di centrodestra, sempre a favore della nostra città e al pragmatismo del sindaco di Napoli, fuori da logiche anguste e da anacronistici velleitarismi. Che, nel passato, hanno condannato Bagnoli a marcire. Per ironia della sorte la “colmata”, il suo destino, motivo di discordia e anche di pretestuosi puntigli tra chi mirava a smantellarla, a trasferirla altrove, per mare, addirittura a Piombino con rischi notevoli; chi a tenerla così in loco, con le necessarie cautele, è diventata centrale.
Riparte da qui la “Bagnoli del futuro sicuro”, con stabilimenti, servizi alla balneazione, una piazza a mare, passeggiata sui pontili, strutture sportive e per la ristorazione nel segno delle originarie vocazioni dei luoghi. Il meglio che si potesse attendere. Destinata a scomparire, la “colmata” si riprende alla grande la scena progettuale, mondana, turistica e balneare. Parafrasando un romantico lontano motivo di successo degli anni Sessanta, cavallo di battaglia di Fred Bongusto, non stona poter canticchiare, nel guardare al futuro con fondato ottimismo e un po’ di leggerezza dopo tanta indignazione: “Una colmata sul mare / Il nostro disco che suona…”
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