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La riflessione

Occorre fare chiarezza sul bradisismo che fa paura

Tra le tante precisazioni fatte dall’OsservatorioVesuviano e dall'Ingv, la più importante è stata la conferma della mancanza del rischio imminente di un’eruzione

Occorre fare chiarezza sul bradisismo che fa paura

La vulcanologa Francesca Bianco

Dopo la scossa di magnitudo 4.6 registrata nei giorni scorsi ai Campi Flegrei, con encomiabile tempestività, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha convocato un punto stampa. Tra le tante precisazioni fatte dal Direttore dell’Osservatorio Mauro Antonio Di Vito e dalla Direttrice del Dipartimento Vulcani Ingv Francesca Bianco, la più importante, a parere di chi scrive, è stata la conferma della mancanza del rischio imminente di un’eruzione.

Quando si affronta un fenomeno emergenziale, bisogna circoscrivere l’ambito d’azione. Il bradisismo flegreo è una condizione ‘congenita’ al territorio, che si misura con i millenni. Laddove vi fosse risalita del magma, andrebbe rivisto qualsiasi piano di intervento. Ma una eventualità simile può accadere tra un anno come tra secoli, e per ora, quindi, il senso comune ci obbliga a non tenerne conto. Vi sono, peraltro, interrogativi elementari cui vanno date risposte scientifiche, scevre da tecnicismi da addetti ai lavori. Provo a fare qualche esempio.

Qual è la probabilità di eventi tellurici che superino ampiamente la soglia di 4.6, la magnitudo più elevata raggiunta da quando ha ricominciato a intensificarsi il fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei? Se, come ha sottolineato qualche settimana fa il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabio Ciciliano, con una scossa di magnitudo 5 crollerebbero i palazzi e si conterebbero i morti, qual è, allo stato delle conoscenze, la probabilità che tale sciagurata prospettiva si concretizzi? È nel giusto l’assessore alla Protezione Civile del Comune di Napoli, Edoardo Cosenza, quando sostiene che la probabilità è ridottissima?

E se ha ragione, quali sono i prevedibili effetti delle scosse più elevate ragionevolmente ipotizzabili nell’area (intendendo, per ‘ragionevolmente’: apprezzabili probabilità che l’evento si verifichi, sulla base delle serie storiche in possesso degli esperti)? Cosa si sta facendo o si dovrebbe fare per mettere in sicurezza gli abitanti di Pozzuoli e dintorni? Quando sarà completata la mappa del rischio, immobile per immobile?

È in atto, contestualmente, una selezione degli immobili a rischio, che possa distinguere caso da caso, praticabilità o meno di un intervento di consolidamento? È stimabile l’importo finanziario che dovrebbero accollarsi le Istituzioni? Per ultimo: vi sono pericoli per Napoli e altre aree vicine all’epicentro? Fare chiarezza su questi dubbi che, credo, si pongano i comuni cittadini, sarebbe cosa sana e giusta. 

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