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lettera al direttore

I rimedi, l’attesa, il tempo, la guerra e la giustizia

La profonda crisi che affligge la magistratura, quindi la giustizia

I rimedi, l’attesa, il tempo, la guerra e la giustizia

Cari amici lettori, a me, come a chiunque altro, piacerebbe che ogni evento gradito avvenisse immediatamente. Questo, però, accade molto di rado. Tanto più se si tratta di un evento che riguarda una grande comunità: uno Stato, un continente, il mondo. Questo pensavo a proposito di un argomento che ho molto caro: la profonda crisi che affligge la magistratura, quindi la giustizia, e quanto va fatto per venirne fuori. In verità, mi ero fatto qualche illusione alla notizia, filtrata lunedì, di un progetto governativo per introdurre norme che rendessero effettiva la responsabilità dei magistrati, reso verosimile dalla nervosissima reazione degli esponenti dell’Anm. La precisazione, arrivata subito, dopo solo ventiquattr’ore, da parte del ministro Nordio, ha ucciso la mia speranza di sopravvivere abbastanza da vedere questa riforma: non c’è ancora nessun progetto allo studio, il ministro ci sta solo pensando.

È già qualcosa che si stia cominciando a parlare di una riforma necessaria, di cui io, con molti altri giuristi indipendenti, richiedo da tempo l’introduzione. Ma se la separazione delle carriere, la cui necessità era evidente da trentacinque anni (dall’introduzione, cioè, del nuovo processo penale) potrebbe avvenire, se non in questa, nella prossima legislatura, lo stesso non può dirsi di questa seconda riforma, che a suo vantaggio ha di non richiedere la modifica di norme costituzionali. L’immunità dei magistrati, invero, riguarda solo il contenuto delle sentenze, non anche la vita quotidiana. Il magistrato, cioè, oltre a non essere libero, com’è ovvio, dall’osservanza delle leggi penali, non deve essere libero neanche di porre in essere comportamenti che inducano il pubblico a dubitare della sua equità. Il muro del tempo, come dovrebbe essere ovvio, non incide solo sui problemi interni ma, ancor più, su quelli che affliggono il mondo intero. Per dare inizio a una guerra basta una nottata, come ha dimostrato, da ultimo, Hamas il 7 ottobre 2023. Per metterle fine occorre la totale definitiva sconfitta di uno dei contendenti o una lunga e complicata serie di colloqui.

Chi immaginava che Trump arrivasse all’immediata pace in Ucraina era, ovviamente, fuori della realtà. Aver ridimensionato Zelensky e aver convinto Putin a cominciare una trattativa sono già grandi successi. Ma occorrerà tempo e, anche, che alcuni paesi europei rinunzino alla voglia di combattere con il sangue degli altri. Molto diversi sono i problemi del Medio Oriente. Gli islamici, con le loro innumerevoli sigle terroristiche, non rinunzieranno mai alla distruzione di Israele. Anche il fiabesco rimedio di Trump e Netanyahu, la Gaza turistica, è un rimedio che potrebbe persino riuscire, ma risolverebbe solo il conflitto in corso nella “striscia”, non anche le molte altre guerre in atto.

Solo un risveglio dell’Europa, con l’abolizione dell’Eurabia e una seria politica contro l’immigrazione clandestina può allontanare (non eliminare) il pericolo islamico che da millequattrocento anni ci minaccia. Così come fecero in passato la vittoria di Poitiers, le crociate, la cacciata dalla Spagna per merito della regina Isabella, la battaglia di Lepanto e la liberazione di Vienna di due assedi turchi. Sempre che la Francia torni alla mentalità dei Carolingi e non si renda latitante, come avvenne in tutti gli altri casi, o complice, come accadde con la guerra di Crimea. Sempre che la Madonna ci aiuti, perdonando a quelle femmine blasfeme (non certo migliori dei terroristi maomettani) la processione con la sua immagine che regge un preservativo.

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Commenti all'articolo

  • Francesco

    26 Marzo 2025 - 17:08

    Che l'Europa debba svegliarsi, è innegabile! Ma il filmato "artificiale" su Gaza (Musk s'ingozza, un flaccido Trump prende il sole e tutti gettano i dollari in aria) è nauseante! La guerra non finirà a Gaza, ma solo quando ci saranno due Stati! I Palestinesi del 7 ottobre sono assassini, ma penso anche che Israele ha usato il massacro come pretesto per una "pulizia etnica" nella Striscia.

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