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LETTERA AL DIRETTORE
27 Marzo 2025 - 10:52
Il governatore Vincenzo De Luca
Gentile Direttore, man mano che passa il tempo e si avvicina la data delle elezioni per il Consiglio Regionale della Campania e di altre cinque Regioni, il Veneto, la Toscana, le Marche, la Puglia e la Valle d’Aosta, prevista in autunno, la situazione della composizione delle liste, il loro apparentamento, i candidati a Presidente si fanno sempre più ingarbugliate.
Come si ricorderà, la nostra Regione ha in sospeso la possibilità di un terzo mandato al Presidente uscente, Vincenzo de Luca, che non fa mistero ad ambire a questo traguardo, forte del plebiscito di consensi della passata tornata elettorale. Il Consiglio Regionale, a tal proposito, il 5 novembre dello scorso anno ha votato un provvedimento che approva la possibilità di un terzo mandato come Presidente di Regione.
Gli stessi consiglieri regionali del Pd votarono a favore, contravvenendo alle indicazioni della segretaria nazionale del partito, Elly Schlein. Il governo centrale ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale, per il contrasto tra la legge nazionale e quella regionale ed il 9 aprile si attende il verdetto. Qualsiasi esso sia, la segretaria del Pd ha ribadito l’assoluta preclusione dell’estensione al terzo mandato del Governatore De Luca.
Lo scenario, in questi giorni, è di assoluta confusione, perché il Presidente non mostra cedimenti alla sua volontà di candidarsi comunque, a dispetto del suo stesso partito, come, del resto, accadde quando si ricandidò a Sindaco di Salerno con tutte liste civiche, ottenendo la cifra record del 75% dei voti.
I “boatos” parlano di un De Luca determinato, ma anche “dialogante”, se il Pd accetta le sue condizioni; in ogni caso, la fatidica data del 9 aprile con la decisione della Consulta darà certamente un impulso allo stato di attesa di tutto il variegato magma del Centrosinistra. Si pensi, infatti, cosa accadrebbe se la Corte Costituzionale dovesse respingere il ricorso del Governo avverso la legge regionale, che spalancherebbe le porte al Governatore per il terzo mandato, accadimento possibile, come sostengo da tempo: ve lo immaginate un Presidente come De Luca, che gode ancora di un forte consenso sul territorio, rinunciare a ricandidarsi?
Non credo sia assolutamente ipotizzabile. Nel campo del Centrodestra, poi, regna un assoluto stato confusionario, paradossalmente accentuato dal ritiro della competizione del segretario regionale di Forza Italia, l’eurodeputato Fulvio Martusciello. La vicenda penale che ha colpito la sua segretaria al Parlamento di Strasburgo, è stata la motivazione della rinuncia, perché, ormai dai tempi di “Mani Pulite” nel tritacarne della pubblica opinione basta poco per essere risucchiati.
Credo che la decisione dell’ex collega di Consiglio regionale e di partito sia stata ragionevole ed intelligente, anche se a carico dell’interessato non v’è nessuna iniziativa della magistratura, e, se pur vi fosse stata, una democrazia sana e non malata come la nostra non dovrebbe “costringere” qualsiasi cittadino, politico di vecchia data o nuovo della cosiddetta “società civile”, a rinunciare ad una candidatura o addirittura dimettersi dalla carica pubblica, se raggiunto da provvedimenti giudiziari provvisori.
Dai tempi di “Mani Pulite”, come dicevo, ormai, la nostra democrazia è “malata”, avendo delegato da tempo al potere giudiziario il compito di supplenza per l’assenza della vera politica. Ormai, anche grazie a certa stampa schierata e non indipendente, sta diventando un indice di colpevolezza nemmeno più soltanto un avviso di garanzia, ma il sempliceepisodio dell’”apertura di un fascicolo” a carico di un sospettato o “attenzionato”, come si usa dire nel gergo giudiziario.
Tante ipotesi, tanti nomi anche nel campo dei partiti di governo, quindi, con la Lega schierata per il Parlamentare, ex consigliere regionale, Gianpiero Zinzi, “figlio d’arte” dell’ex Presidente del Consiglio regionale, Domenico, con il quale abbiamo sostenuto assieme tante battaglie politiche, a cominciare dalla realizzazione dell’aeroporto di Grazzanise, oggi invano evocato come scalo merci.
Così pure Fratelli d’Italia proporrebbe l’attuale vice ministro Edmondo Cirielli, anche lui ex consigliere regionale delle straordinarie VII e VIII legislature regionali, in cui legiferammo per tanti progetti oggi in attuazione, compreso lo Statuto approvato in prima lettura. Mi sa, però, che il vecchio adagio “chi entra Papa, esce Cardinale”, significa che è sbagliato fare nomi “a priori”, perché puntualmente “infilzati”, così come succede sempre quando si elegge un Presidente della Repubblica già preannunciato.
Io credo che dopo il 9 aprile si apriranno veramente “le danze” e assisteremo ad ulteriori autocandidature o ipotesi scaturite dalla fantasia di qualche opinionista che propugna e vuol pescare sempre nella “società civile”, come se questa, se impegnata nel mondo produttivo, non agisse di fatto anche politicamente.
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