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la riflessione
28 Marzo 2025 - 09:51
Un turista viene a Napoli per tanti motivi. Ne potremmo elencare un centinaio. In una classifica ideale un turista mediamente colto vuole vedere a Napoli tre cose, tre dipinti del Caravaggio, la Flagellazione, Le Sette opere della Misericordia, il Martirio di Sant’Orsola, poi più nulla, una pizza, una sfogliatella e se ne torna felice a Boston o a Marsiglia. Se io vado a Chicago nessuno mi leva dalla parete i migliori capolavori dell’Art Institute, se vado a Madrid lo stesso, qui da noi le nostre tre icone del Caravaggio non andrebbero mai spostate, rispetto per la città, rispetto per chi viene, per i turisti.
Noi a Napoli invece siamo sfortunati, abbiamo una Sovrintendenza e degli istituti bancari che si divertono a sparigliare le carte, a fare ammuina. Prendiamo il martirio di Sant’Orsola, di Caravaggio, non è un mistero che la banca proprietaria faccia di tutto per privare a questo quadro la sua identità napoletana: se arriva un museo di Kampala e lo chiede in prestito è capace di darlo pure con un fondo spese. Con la complicità di oscuri funzionari della Sovrintendenza.
Un dramma, la questione principale è che per gestire queste opere d’arte ci sarebbe bisogno di gente competente, a Napoli la conservazione e la gestione del nostro immenso patrimonio sono all’anno zero. Superficialità, pressappochismo, professori di storia dell’arte provinciali stanno facendo danni enormi. Già la macchietta di aver trasformato la sede del Banco di Napoli in un museo è a dir poco orripilante.
Serviva in centro un ufficio, una macchina per far lavorare i giovani napoletani, come fanno a Torino, non è che uno ristruttura un palazzo e poi per far cassa vende il Monte di Pietà o distribuisce briciole e livore a una città la cui unica colpa è stata di avere dei politici insulsi, a dir poco ridicoli, che si sono venduti il Banco di Napoli a Torino per due lire.
Io sogno sempre quell’edificio sede del Banco, non andrò mai a vedere nulla in quelle stanze, e spero sempre di poter vedere la mia banca lì, un giorno. Però il martirio di Sant’Orsola stia fermo a Napoli, furti ne hanno fatti troppi, si diano un contegno.
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