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Quella tirata di capelli di Prodi a una giornalista

Si è giustificato dicendo che quel gesto “appartiene ad una sua gestualità familiare”

Quella tirata di capelli di Prodi a una giornalista

Prodi avrebbe tirato i capelli ad un giornalista? Suppongo proprio di no! Perché ne sono certa? Potrei rispondere semplicisticamente che non l’avrebbe potuto fare perché gli uomini non hanno i capelli lunghi ma non è questo il motivo. Credo, infatti, che questo trattamento sia stato riservato ad una donna in quanto donna e, a mio parere, la riprova è la stessa scusante che ha utilizzato il professore. Lui, infatti, dopo qualche giorno dal brutto episodio, inondato da critiche provenienti da più parti, si è giustificato dicendo che quel gesto “appartiene ad una sua gestualità familiare”. E qui, mi si apre un mondo! Ma, prima di addentrarmici dentro, è bene ricostruire i fatti per chi non avesse seguito la notizia che ha spopolato nelle trasmissioni di approfondimento e sui social nei giorni scorsi.

Alla fine di una presentazione del suo libro Prodi viene avvicinato dai giornalisti. Una di loro, Lavinia Orefici, dopo aver letto un passaggio del Manifesto di Ventotene, chiede al professore se lo condivide. E da qui inizia un teatrino alquanto sconcertante. L’ex premier risponde in modo canzonatorio e, a ciò, aggiunge un gesto molto scomposto allungando le sue mani su una ciocca di capelli della cronista e tirandogliela a mo’ di corda di campana. A parte la violazione degli spazi di prossemica che provocano fastidio in tutti, quel gesto evoca quelli rivolti dai genitori, nei tempi passati, alle bambine per richiamarle all’ordine. Ai maschietti, in mancanza di ciocche lunghe di capelli, veniva dato uno buffetto sulla guancia o sul culetto. Erano gesti all’epoca accettati da un tipo di formazione familiare che prevedeva interventi corporali, talvolta anche più violenti.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando i genitori, giustamente, non allungano più le mani sui propri figli ricorrendo ad altri condotte educative fondate sul dialogo o, addirittura, in casi sempre più diffusi, ad un totale permissivismo. Ma questa è un’altra storia. Ritornando all’episodio in questione il punto di riflessione è: ad un giornalista avrebbe dato il buffetto sulla guancia? Certo che no! Ad allungare le mani su un uomo ci avrebbe pensato bene. Farlo ad una donna, ancora oggi, invece, viene spontaneo. E non solo a lui che appartiene alla generazione per la quale le punizioni spettavano principalmente al capo famiglia ma perché sulle donne, in generale, è ancora oggi ricorrente allungare le mani salvo, poi, scusarsi, come in questo caso, dicendo che è scappato! Che è poca cosa!

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