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L'opinione
04 Aprile 2025 - 09:23
L’incresciosa vicenda dei dipendenti assenteisti dell'Anm ha creato disagi notevolissimi a cittadini napoletani e turisti, privandoli, a più riprese, del servizio metropolitano della linea uno nello scorso week end. La posizione condivisibile, tra i protagonisti della querelle, è quella del sindaco Manfredi, fortemente rammaricato perché comportamenti del genere danneggiano gli sforzi per rilanciare la città, anche sotto il fondamentale aspetto del potenziamento dei servizi di trasporto pubblico.
Considero, invece, speciosa la questione, sollevata durante il confronto tra sindacati e azienda, dell'efficienza o meno dei sistemi di controllo delle presenze e di ricezione dei giustificativi per le assenzedal lavoro. Qui il problema non è di capire se, sul piano formale, si sia provveduto a timbrare qualche cartellino o a notificare l’assenza secondo regolamenti e protocolli interni. C’è una realtà di fatto: il numero di lavoratori mancati durante il periodo considerato è stato così elevato da bloccare il servizio. Possibile che si verifichi uno scompenso del genere, non essendoci state motivazioni straordinarie, tipo l’emergenza Covid o altri eventi catastrofici?
È difficile credere che tutti gli assenti dei giorni scorsi siano stati in buona fede, che l’influenza abbia colpito diffusamente solo i dipendenti dell’Anm impegnati sulla linea uno. Come al solito, la questione andrà in cavalleria, senza colpevoli né sanzioni. E potrebbe anche essere la migliore soluzione, se d’ora in poi si rigasse dritto. Anche perché i lavoratori dell’Anm qualche motivo di insoddisfazione ce l'hanno. Da mesi si parla di potenziare il personale, a partire dai conducenti dei treni, ma la solita burocrazia rallenta l'effettuazione dei concorsi.
La stessa burocrazia, tra l’altro, ha rallentato per mesi l’entrata in funzione della nuova stazione al Centro direzionale. A pagare le conseguenze dei problemi irrisolti, tuttavia, non possono essere solo i fruitori del servizio metropolitano. I quali, malgrado i tanti treni nuovi messi in linea, continuano ad attendere spesso decine di minuti prima di poter prendere un convoglio. L’auspicio, allora, è che vi sia finalmente un salto di qualità: nel senso di responsabilità degli addetti e dei loro sindacati; nella gestione aziendale, il cui vertice, non a caso, Manfredi sta provvedendo a riconfigurare proprio in questi giorni; nelle agenzie autorizzatrici, che impiegano tempi ingiustificabili per un via libera che si potrebbe dare molto più celermente.
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