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LETTERA DAL PALAZZO

La Meloni alla ricerca di una difficile unità

È ormai la politica estera a definire gli orientamenti e le scelte dei partiti e dei loro dirigenti

La Meloni alla ricerca di una difficile unità

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

È ormai la politica estera a definire gli orientamenti e le scelte dei partiti e dei loro dirigenti; una realtà che l’avvento di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti e conseguentemente il raffreddamento dei rapporti tra l’America e l’Unione Europea ha ulteriormente accentuato.

Emerge quindi la necessità che in una coalizione di governo, qual è nel nostro Paese il centrodestra, esista una unità di vedute e di intenti proprio nella politica estera mentre il centrodestra appare diviso. Pensiamo al contrasto sempre più vivace che oppone il leader della Lega Salvini e quello di Forza Italia Tajani. I due sono letteralmente agli antipodi con il primo che sostiene Putin e Trump e il secondo accanito sostenitore dell’Unione Europea e che ha tenuto a sottolineare che la politica estera è di competenza esclusiva del ministro competente e della presidenza del Consiglio. Come dire a Salvini: fatti da parte e non metter becco in cose che non ti riguardano.

È questa una situazione che giustamente preoccupa, e non poco Giorgia Meloni, consapevole che la coalizione in queste condizioni rischia di non poter durare a lungo. Se è vero, infatti, che attualmente il centrodestra gode nel Paese di un ampio consenso, è altrettanto vero che (l’esperienza insegna) così come viene ottenuto il consenso si può perdere. La Meloni ha tentato in ogni modo di farlo comprendere ai suoi due compagni di cordata ma soprattutto Salvini ha fatto mostra di non ascoltarla. Sembra, anzi, voler sfidare. sul tema della politica estera, la stessa Meloni come dimostra col suo desiderio di incontrare Trump del quale, in funzione antieuropea, vuole conquistare la fiducia.

Non riuscendo a rimettere in riga i due contendenti (Tajani e Salvini) la nostra premier cerca ora di trovare un tema diverso che possa riportarlo a una linea comune. Per questo ha provato a rilanciare la proposta del premierato sulla quale il contrasto tra Lega e Forza Italia dovrebbe essere certamente meno acceso. Ma quello della politica estera, tanto più che si è ormai delineato in tutta chiarezza il contrasto tra Usa e Europa, resta un tema centrale dal quale è impossibile prescindere. Per dare continuità e stabilità al suo premierato, Giorgia Meloni ha bisogno di alleati sicuri meno rissosi e soprattutto in linea con la sua posizione politica.

Pensiamo alla nuova formazione di centro che, sotto l’egida vaticana, potrebbe scendere in campo per rafforzare, tra l’altro, l’europeismo italiano in un momento in cui, come abbiamo detto, la politica estera sta assumendo una assoluta importanza. In realtà il centro, recentemente rilanciato da un personaggio come Giuseppe De Rita sembra interessato a stringere rapporti con la Schlein e il suo partito anziché con la Meloni. Ma è sui fatti, secondo il vecchio detto del diritto romano che deve verificarsi l’effettiva validità delle alleanze. E la Meloni dovrebbe preferire il vero centro, se e quando si costituirà, alla Lega di Salvini.

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