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L'opinione
05 Aprile 2025 - 09:03
Ilaria Sula e Sara Campanella
C’è sicuramente la componente maschilista nei due femminicidi di studentesse riportati dalla cronaca in poco più di due giorni tra lunedì e mercoledì. C’entra, però, anche l’ormai troppo diffusa rabbia giovanile e l’incapacità di gestirla innocuamente. Ambedue gli assassinii hanno avuto più o meno la stessa orribile trama che ha portato alla morte due ventiduenni.
Come si può uscire di casa già con le idee chiare di cosa si vuol fare se si riceve ancora un no? Uccidere! Razionalmente ci si munisce di un coltello pronto all’uso. All’incontro con le ragazze di cui si è, patologicamente, innamorati, l’ennesimo no si trasforma in una scena di forza, si afferra l’arma dalla tasca e si passa alla punizione. E, per ambedue i casi a rimetterci la vita sono state due valenti universitarie.
Sara Campanella studiava Tecniche di laboratorio biomedico all’Ateneo di Messina e tra un anno si sarebbe laureata ma Stefano Argentino lunedì pomeriggio l’ha raggiunta con un fendente dritto alla giugulare non lasciandole scampo. Il motivo? Sara non voleva mettersi con lui. Stefano frequentava la stessa facoltà, da lungo tempo insisteva in questo senso concomportamenti che si erano trasformati in un vero incubo per la ragazza tanto che ne parlava con le amiche. I genitori, invece, non sapevano nulla di questo stalkeraggio e lunedì pomeriggio, come sempre l’aspettavano al rientro dall’Università ma sono stati chiamati e avvisati della morte della figlia.
Mercoledì mattina, poi, è stato ritrovato il corpo di Ilaria Sula, anche lei 22enne, anche lei studentessa universitaria. Ilaria era scomparsa il 25 marzo scorso a Roma. Il suo corpo è stato rinvenuto in una valigia in una zona boschiva fuori la capitale. Ad accoltellarla l’ex fidanzato filippino Mark Samson di 23 anni che ha confessato. Sono realtà molto simili tra loro. Rappresentano scenari inimmaginabili se si pensa agli amori giovanili e alle delusioni che hanno sempre caratterizzato i primi rapporti di coppia degli studenti.
Pianti, singhiozzi, canzoni gridate col viso bagnato di lacrime e con i pugni dati sul muro: queste le scene cui siamo abituati da sempre quando pensiamo agli amori finiti o desiderati e mai iniziati. Non ricordiamo di aver mai sentito parlare del desiderio di veder scorrere il sangue! Eppure oggi pare che questo sia ciò che sembra appagare i giovani maschi rifiutati. Tanti gli interrogativi che hanno da porsi a vari livelli le famiglie, gli educatori e i politici responsabili delle scelte collettive.
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