Cerca

LETTERA DAL PALAZZO

L’Italia di oggi non è più quella del dopoguerra

L’avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha cambiato molte cose anche nel nostro paese

L’Italia di oggi non è più quella del dopoguerra

Donald Trump

L’avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha cambiato molte cose anche nel nostro paese. Le difficoltà sono particolarmente emerse in campo economico dove già la situazione non andava per il meglio. Si dice: noi italiani siamo stati capaci di uscire con successo dalle situazioni precedenti, come accadde dopo l’ultima guerra dalla quale eravamo usciti in un vero e proprio disastro economico per rilanciarci brillantemente, come un modello testimoniato dall’assegnazione alla lira, dell’Oscar delle monete nel 1959.

Non condividiamo questa tesi perché nessuna equiparazione è possibile tra gli italiani dell’immediato dopoguerra e quelli di oggi. I primi agivano con un duplice obiettivo: raggiungere una posizione di prestigio oppure rafforzarsi economicamente. Ora non è più così. L’obiettivo che si persegue è un altro: è lo scarico di responsabilità, sopravvivere – e questo riguarda soprattutto i giovani – senza doversi sottomettere a quel terribile “fastidio” che è il lavoro.

Recentemente questa situazione è stata ulteriormente aggravata dalla introduzione nel sistema italiano del reddito di cittadinanza anche se ora la denominazione è stata modificata e il reddito di cittadinanza è diventato assegno di inclusione senza che sia modificata la sostanza del privilegio. “Con l'assegno di inclusione e qualche lavoretto in nero” ci ha detto un giovane “finisco con il guadagnare più di quanto guadagnerei avendo un posto fisso”. A questo giovane e a molti altri il futuro non interessa o interessa solo relativamente.

Questa spasmodica ricerca della comodità investe tutti i settori, perfino il gioco del calcio, come testimonia la scelta ricorrente dei passaggi all'indietro alla quale gli allenatori non cercano di porre rimedio. Il fatto è che la tecnica del passaggio all'indietro è meno rischiosa e meno impegnativa di quello che sarebbe cercare di andare a rete e per questo viene privilegiata. Ci sarebbe voluto quel grande tecnico che fu Nils Liedholm per far capire ai giocatori che la rete della squadra avversaria nella quale mandare il pallone è davanti a loro e non alle loro spalle.

Ecco perché non ce la sentiamo di equiparare gli italiani di oggi a quelli dell'immediato dopoguerra con i quali non hanno nulla in comune. È vero che tutto cambia ma l'auspicio è che le cose possano cambiare in meglio. Tra i compiti che un governo deve assolvere c’è certamente anche quello di formare il carattere dei giovani e non ci sembra che di questo compito qualcuno si stia occupando. Serve un “italiano nuovo” che ci riporti a quello che siamo stati in passato e che dobbiamo tornare ad essere. C’è un compito più importante di questo? Non crediamo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori