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La violenza sulle donne e la complicità di altri uomini

La violenza sulle donne e la complicità di altri uomini

Altro che prevenzione e solidarietà per fermare la violenza sulle donne! Inorridiamo, invece, ad apprendere che per usare violenza fisica su una donna si fa ricorso perfino alla complicità tra uomini per il raid punitivo con tentativo di femminicidio perpetuato durante la scorsa settimana a Pozzuoli. Siamo di fronte alla pura barbarie quando trattiamo il caso di Gaia, massacrata di botte dal suo ex che ha tentato, perfino, di scaraventarla dal Belvedere di Pozzuoli. E lo ha fatto con l’aiuto di altri due uomini che, anziché distoglierlo, hanno anche loro malmenato la giovane donna. Lei, dal bel nome gioioso ma dalla vita difficile, a gennaio scorso per porre fine alle violenze domestiche che, evidentemente, erano frequenti, aveva lasciato il compagno ed era andata a vivere in un luogo sconosciuto col loro piccolo figlio. Lo scorso sabato notte, lui, con l’aiuto di due complici, haraggiunta Gaia mentre era nella sua auto, i tre, insieme, l’hanno trascinata fuori dall’abitacolo e a terra l’hanno riempita di schiaffi, pugni e calci. Poi hanno tentato di ucciderla prendendola di peso e provando di buttarla giùdal parapetto del Belvedere. Lei, però, ha oppostoresistenza e così i tre aggressori l’hanno presa di peso e gettata sui sedili posteriori della loro auto dove hanno continuato a riempirla di botte. Gaia ha intravisto il cellulare del suo ex, l’ha preso e, nel mentre continuavano a picchiarla, ha avuto la prontezza di telefonare a suo padre. Così, i tre energumeni vigliacchi si sono impauriti e l’hanno scaraventata fuori dall’auto. La ragazza quando è riuscita a rimettersi in piedi hatentato di fermare delle auto; dopo tanti inutili tentativi, si è fermata solo una macchina con altre ragazze che l’hanno soccorsa. Nel mentre la portavano in ospedale hanno incrociato una volante dei carabinieri che, ricevuta la denuncia, hanno velocemente arrestato il36enne. Resta da individuare i suoi due complici rei anch’essi di tentato femminicidio e prendere anche per loro i dovuti provvedimenti. Gaia sta raccontando sui social la sua terrificante esperienza e si definisce, giustamente, una sopravvissuta ma vive con il terrore di possibili ripercussioni dei complici del suo ex. Allora, come diceva il noto umorista Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea: nel 2025 una donna può vivere sentendosi sulla testa sempre la spada di Damocle di essere continuamente vittima di violenza solo per il fatto di essere donna e, come tale considerata proprietà privata? 

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